1. Il suocero del mio migliore amico - 1


    Data: 29/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... insulso, ma per conto mio ero al settimo cielo per il fatto di stare con lui, di parlarci, di potermi beare della sua vicinanza. Poi ci fu il trasferimento in ristorante, le foto di gruppo, le foto familiari, le foto con gli amici e via discorrendo.
    
    Dopo un paio di pose, io me la svignai nel parco, dove erano stati allestiti dei buffet con vari tipi di antipasti. Assaggiai un po’ di questo, un po’ di quello, dopo di che, la natura mi impose raggiungere i bagni.
    
    Mi stavo giusto lavando le mani, quando vidi entrare anche lui. Mi sorrise:
    
    “Prima o dopo bisogna venire anche in questi posti…”, disse.
    
    “Purtroppo…”, commentai.
    
    “O per fortuna…”, fece lui, entrando in un box, senza chiudere la porta.
    
    Con la coda dell’occhio lo vidi posizionarsi davanti al water e poco dopo sentii uno scroscio sonoro, segno che stava espletando la sua incombenza. Siccome mi dava le spalle, mi voltai a guardarlo, frenando a stento l’impulso di andargli dietro e allungare la mano…
    
    In quel momento si voltò e vide che lo stavo guardando. Feci subito finta di cercare un cestino dove buttare la salvietta di carta con cui mi ero asciugato le mani. Ma dovette accorgersi che ero leggermente arrossito.
    
    “Dopo, ci si sente molto meglio.”disse con un sorriso complice, aprendo l’acqua per lavarsi le mani.
    
    Lo aspettai e uscimmo assieme dai bagni.
    
    “Hai già fatto il giro degli antipasti?”, mi chiese, dirigendosi verso i buffet.
    
    Notai che era passato a darmi del tu.
    
    “Una veloce ...
    ... esplorazione prima, signor Ansaldi.”
    
    “Ma che signor Ansaldi… - fece lui, girandosi a guardarmi – Mi chiamo Pietro e per favore diamoci del tu.”
    
    “Ok, Pietro.”, dissi, allungandogli scioccamente la mano, che lui strinse fra entrambe le sue.
    
    “Bravo, ragazzo.”, commentò lui e passammo a prendere assaggini di qua e di là.
    
    L’inizio del pranzo tornò a separarci, ma solo di poco, poiché in quanto testimone avevo l’onore di sedere al tavolo degli sposi,e così ebbi modo di continuare a scambiare con lui qualche parola e non pochi sguardi. Cioè, piano, piano: ero io che lo guardavo più o meno di sottecchi, sperando che nessuno se ne accorgesse, soprattutto la matronale signora Ansaldi seduta al suo fianco.
    
    “Vedo che mio suocero ti ha preso in simpatia.”, mi disse Roberto, in un momento che ci trovammo a parlare insieme.
    
    “Sembra un tipo in gamba.”, risposi vagamente.
    
    “E lo è: mi ha chiesto di te e naturalmente gli ho detto tutto il bene possibile.”
    
    “Beh, grazie…”, feci, non sapendo che dire.
    
    Partiti gli sposi, era tempo di tornare a casa. Mi guardai attorno per cercare Pietro e salutarlo, visto che sarebbe ripartito pure lui, al più tardi la mattina dopo, ma non lo vidi da nessuna parte, così raggiunsi la macchina e me ne andai.
    
    Certo, mi rattristava un po’ non averlo potuto almeno salutare: per un momento mi ero illuso che potesse succedere qualcosa fra me e lui. Che sciocco, che ero!
    
    Una volta a casa, ero troppo stanco per fare qualsiasi cosa e men che meno ...