1. Quizàs.


    Data: 06/06/2019, Categorie: pulp, Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    ... un contratto con me... fallo o non lavorerai più con noi!".
    
    La coscienza, la coscienza sa azzannare, affonda i denti e fa male.
    
    Dove era stata la coscienza fino ad allora? Dove era negli anni precedenti?
    
    Dormiva la coscienza, era drogata dai tranquillanti, dall'alcol, dalle donne!
    
    La colpa.
    
    Mia la colpa, non dissi nulla della vera situazione ai compagni, delle scarse probabilità di successo.
    
    Mia la decisione, la volontà di non ucciderla, lo scrupolo, il ripiego sull'intervento.
    
    Mio l'errore, quattro all'altro lato del campo, allargati a raggio, la manovra diversiva, l'attacco con le granate lanciate dagli M 203, le lunghe litanie simili a rosari di morte degli M16, la risposta sgranata, a singhiozzo, dei kalashnikov, le sfiammate del fosforo bianco, gli incendi.
    
    Noi due, incaricati della ragazza, svelti a raggiungerla nella sua tenda, una iniezione di ketamina e ritorno, il veloce ripiego verso il gommone dopo aver raggiunto il punto di ritrovo concordato.
    
    Ma nulla va per il verso giusto.
    
    L'imprevisto che si avvera, il timore che prende corpo.
    
    Non sono certo in addestramento in quel campo, in breve organizzano la difesa e poi il contrattacco, sono cubani, che ironia della sorte!
    
    Vecchi professionisti compagni/avversari dell'Angola, smaliziati, esperti, alleati dei Sandinisti in quel frangente.
    
    Kiornak, il mio compagno di innumerevoli missioni tagliato in due da una raffica di mitragliatore, gli altri quattro uccisi o feriti e poi ...
    ... chissà.
    
    Quizàs.
    
    Mai saputo, mai più rivisti.
    
    Mio il rimorso.
    
    Vi chiedo perdono a tutti voi vecchi amici, a volte di notte vi rivedo uno per uno, ricordo i vostri difetti e li minimizzo, ricordo i vostri pregi e li esalto.
    
    Io con la ragazza sulla spalla che arranco, non pesa molto, quarantacinque forse, ma alla lunga ti sfianca, l'ansare ti brucia i polmoni.
    
    La chiusura della via di fuga lungo il fiume.
    
    Costretto mi inoltro sempre più nell'interno, verso nord sempre più, fino a non sentire più gli inseguitori.
    
    Mi fermo a terra, sfinito.
    
    Esamino la ragazza.
    
    Che brutta bestia la ketamina! E' istantanea o quasi ma a volte causa delle conseguenze spiacevoli.
    
    Come in questo caso, lei sta viaggiando in pieno tunnel, suda, la frequenza cardiaca alterata al massimo, il respiro troppo frequente al limite dell'iperventilazione.
    
    E cosciente sarà ancora peggio, visioni e stato di pre-morte, dissociazione, incapacità motoria e quanto altro.
    
    Guai, guai grossi.
    
    Cerco dell'acqua, trovo una pozza e riempio la borraccia aggiungendo tre compresse di katadyn e cerco di farla bere.
    
    Ora devo cercare di raggiungere il Rio Grande.
    
    Quattro giorni ci metto, quattro giorni d'inferno.
    
    Il trasportarla durante tutte le ore di luce, mezz'ora di marcia resa difficoltosa da ogni genere di ostacoli e mezz'ora di riposo, poi passare la notte distesi sul telo impermeabile e lei che non si riprende, sembra una bambola di stoffa inanimata, una bambina diventata vecchia ...