1. La mia Prima Volta da Maialina Ammaestrata


    Data: 14/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: AmelieBlackMambo, Fonte: RaccontiMilu

    ... bocca dilatata di una brava cagnetta obbediente.
    
    Al settimo giorno, la mia lussuria aveva raggiunto livelli incontrollabili: preda di quella strana frenesia, mi aggrappai alla tastiera del cellulare e composi il numero che mi aveva dato.
    
    Ogni squillo era come una pugnalata. Perché non rispondeva? Tremavo come una foglia, che sentivo quasi le ginocchia cedermi. Il telefono squillò a lungo, ma nessuno rispose.
    
    Delusa, non mi restò altro da fare che terminare la chiamata. Mangiai svogliatamente quella sera, e mi misi a letto prima del solito, come se la scarica di adrenalina mi avesse svuotata di ogni energia. Non rinunciai a masturbarmi un ultima volta, strusciando il bacino contro lo stesso materasso, la testa appoggiata al muro, tirandomi i capezzoli fino a farmi male, ma senza la stessa ferrea decisione del suo tocco.
    
    Caddi addormentata in un sogno agitato, e fu così che il display del cellulare, illuminandosi alle una di notte, non mi svegliò difficilmente. Allungai la mano per vedere chi fosse, ancora stordita dal sonno. Ma mi risvegliai subito vedendo il mittente del messaggio: era proprio lei.
    
    Il messaggio recitava: ‘Ce ne hai messo di tempo, vacca nera. Sarai punita per questo. Dì a quella stupida di tua madre che domani sei a pranzo fuori con le amiche. Aspettami al McDonald del centro. Metti una gonna corta.’
    
    Inutile dire che quella notte non dormii molto. Alle sette saltai giù dal letto, e impiegai un’ ora a decidere cosa indossare. Alla fine ...
    ... optai per un canottiera bianca, molto semplici anche se scollata, e una minigonna di jeans. Non mi truccati, ricordando le sue parole: non dovevo provare a rivaleggiare in bellezza con Lei.
    
    Erano gli ultimi giorni di scuola, quelli, e tutte le ragazze si vestivano discinte, un po’ per il caldo, un po’ per l’ inconfessabile piacere che farsi guardare regalava loro. Anche in mezzo a loro, però, io spiccavo, un po’ per la mia figura alta e longilinea, tipica del mio popolo, un po’ per il mio abbigliamento, che più che ad una liceale mi faceva assomigliare ad una di quelle più sfortunate ragazze, nere come me, che dall’ auto dei miei genitori adottivi avevo visto tante volte guadagnarsi da vivere vendendo il proprio corpo sul ciglio della strada.
    
    Loro non c’ entravano nulla con me, erano delle poverette che non avevano avuto scelta, mentre io, uscendo di casa a quel modo, pazza di eccitazione e paura, una scelta la stavo facendo: quella di diventare una vera maialina ammaestrata.
    
    Le mie lunghe gambe magre, il mio largo sedere a stento contenuto dalla minigonna jeans, e le mie tettine in mostra attirarono gli sguardi e i commenti spinti dei miei compagni di classe, ovviamente. Ma io non ci facevo caso, sorridevo distrattamente alle loro provocazioni, e non distoglievo lo sguardo dall’ orologio del cellulare. Quello fu senza dubbio uno dei più lunghi mattini che ricordo, ma quando la campanella suonò, corsi fuori dall’ aula, e raggiunsi il McDonald con il fiatone.
    
    Erano le ...
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