1. La mia Prima Volta da Maialina Ammaestrata


    Data: 14/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: AmelieBlackMambo, Fonte: RaccontiMilu

    ... così vicino che potevo sentire l’ odore della sua eccitazione. Stavo per aprire la bocca e accogliervi il suo sesso, quando nell’ aria risuonò il mio nome. Era mia madre che mi cercava, riportandomi bruscamente alla realtà-
    
    Mi divincolai come percorsa da una scarica elettrica, e tentai febbrilmente di ricompormi, mentre lei osservava divertita la scena.
    
    Quando, in un modo o nell’altro, tornai presentabile. Si alzò e con mossa studiata. infilò un biglietto da visita sotto l’ orlo del tubino, dentro gli slip tutti bagnati che ero stata costretta a reindossare così come erano.
    
    ‘Chiamami, c’è del potenziale in te’sarebbe un peccato sprecarlo, no? Ciao maialina”
    
    Capii dal quel gesto, e dal modo in cui aveva detto maialina, come una belva che pregusta il sangue che sta per versare, che la nostra storia era molto lontana dal concludersi.
    
    E dalla fitta di piacere che provai al pensiero, mi resi conto che la cosa non mi dispiaceva affatto.
    
    La scusa che rifilai a mia madre per essermi ripresentata a quel modo, conciata da far pena e con le gote e la fronte imperlate di sudore, non dovette sembrare delle più credibili: dissi che una mia amica mi aveva chiamata al telefono, avevamo litigato e avevo pianto.
    
    Mamma scosse la testa un po’ titubante se indagare ancora, ma poi lasciò correre, per mia fortuna.
    
    Avrei dovuto inventarmi un alibi più solido per giustificare la mia assenza, ma non riuscivo a pensare ad altro che lei. Stringevo le cosce, custodendo tra di ...
    ... loro quel biglietto da visita sgualcito come fosse la cosa più preziosa che avevo. E forse lo era: un biglietto di sola andata verso la vera me stessa, che era esistita al mio interno per diciotto anni senza che me ne accorgessi.
    
    Ma avevo ancora paura, paura di accettarlo, e mi dibattevo tra il desiderio di comporre subito quel numero e sentire di nuovo la voce calda e imperiosa di Cristina, e la paura di dove la strada che esitavo a imboccare potesse condurmi.
    
    Passò una settimana prima che riuscissi a trovare il coraggio di telefonarle: l’ ultimo giorno di sette interamente trascorsi nella ricerca di luoghi appartati nel quale nascondermi per dare sfogo alla passione che sentivo invadermi al ricordo di quello che era successo il sabato prima. Mi ero masturbata nel letto, nei bagni della scuola, persino nel reparto isolato di un grande magazzino, eccitata solo dall’ aver visto in offerta un vestito simile a quello che Lei indossava quella sera. Ormai mi ero abituata a portare in tasca o nella borsa un paio di mutandine, perché riuscivo a godere solo con quelle infilate per bene in bocca, a riempirmi le guance. Mi bagnavo al solo sentire il tessuto che strusciava contro la lingua, sentendo come la mia bocca si asciugava, si seccava provocandomi fastidio e godimento allo stesso tempo. Amavo guardarmi allo specchio mentre venivo, scossa dai tremiti dell’ orgasmo e dai conati che le mutandine mi provocavano, infilate fino in fondo alla gola, e gli occhi appena socchiusi, e la ...
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