1. Serena cap3


    Data: 21/01/2019, Categorie: Anale Dominazione / BDSM Hardcore, Autore: MisAlys, Fonte: xHamster

    ... si voltò. Serena le indirizzò un sorriso impacciato, che per fortuna sembrò bastare alla tizia. Difatti, ripresero a confabulare tra loro sui vari capi di vestiario, come se nulla fosse avvenuto.
    
    Il foglio le tremava tra le mani. Marco aveva ripreso quel dannato lavorio a punta di dita… avanti e indietro… avanti e indietro… lungo una figa già portata al limite dell’eccitazione fino a poco prima… difatti il suo corpo reagiva, a partire dal bagnarsi… generando la lurida reazione di Marco… lo stronzo sorrideva e la guardava fissa, incurante di dove fossero e di chi avessero attorno. Il corpo reagiva… costretto nuovamente a lottare contro sé stesso, adesso non solo per contenere un’eccitazione che necessitava di esplodere, ma anche per riuscire a mostrare una parvenza di indifferenza…
    
    Una prova stava decisamente perdendo. Serena proseguiva nei suoi inutili tentativi di implorarlo, come pure proseguiva nel forzare sulle caviglie… niente, le cosce rimanevano aperte al ditaleggiare dell’uomo.
    
    Il movimento delle dita si fece solo di mezzo centimetro più profondo, eppure così poco bastava per farla ansimare in modo più deciso, udibile. Quasi strappò il foglio che era costretta a reggere tra le mani. Una nuova occhiata da parte delle clienti, ed una delle due rimase quasi a studiarla, costringendo Serena a rimanere a bocca semiaperta per una decina di secondi, mantenendo un gemito fermo in gola…
    
    “Guarda da un’altra parte guarda da un’altra parte guarda da un’altra parte” ...
    ... pensava disperata Serena.
    
    Ed in effetti, dopo un altro istante , la tizia curiosa tornò ai suoi interessi, con aria però perplessa.
    
    “Marc-co… M-mar… “ niente. Non riusciva a terminare alcuna frase.
    
    Lui le fu subito all’orecchio, bisbigliante, senza interrompere la masturbazione… “Sai quanto stai colando sulla mia mano, puttana? Sai come sono duri i tuoi capezzoli?”
    
    E nel suo contorcersi sulle dita di lui, Serena vide come fosse oscena. Realmente sembrava in calore, con la scollatura che niente lasciava all’immaginazione, con capezzoli che mostravano il suo stato indecente…
    
    Doveva replicare, voleva offenderlo, si sentiva di dover reagire…
    
    L’unica cosa che riusciva a fare era stropicciare violentemente il foglio che aveva in mano, un foglio che, si rendeva adesso conto, fungeva da manette… E intanto strofinava il ventre contro il piano di lavoro, incapace di star ferma… sentiva gli umori impregnarle l’interno delle cosce, e lui continuava, continuava…
    
    Con una piccola parte di mente, riuscì a rendersi conto che le due clienti si stavano dirigendo verso di loro.
    
    Angoscia. Non riusciva nemmeno a connettere, tanta era l’eccitazione, come avrebbe potuto discutere con le due donne?
    
    Giunte al bancone però, Marco sospese il movimento, e ritirando la mano, le strappò un altro piccolo lamento. Gli ansiti si vedevano chiaramente, un velo di sudore le imperlava il seno… senza contare il viso stravolto.
    
    Le due donne, davanti a Serena e Marco, ebbero per la prima ...
«12...456...9»