1. Trichechi


    Data: 21/09/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Abidibbi, Fonte: Annunci69

    ... avevano più quella carica di insopportabilità che di solito viene loro associata. Si sorpresero un giorno, in vacanza ad Atene, a passeggiare molto presto di mattina in un mercato generale, nella grandiosa galleria dei macellai. Entrando lui le raccontava di quando, ragazzo, aveva percorso in essa una decina di metri, per poi correre fuori con lo stomaco in disordine e sul punto di vomitare. Adesso invece la percorsero in lungo e in largo, osservando prima col naso e poi con gli occhi il formicolìo di vita e di morte che si svolgeva in essa. Al ritorno riprendeva, nella città fredda, il ritmo simmetrico degli incontri.
    
    In ufficio, a lui ora bastava fiutare le colleghe mestruate e quelle in ovulazione, e sapeva a quale proporre di pranzare insieme per passare un’oretta piacevole. In fondo, pensava, anche prima il naso gli offriva quei segnali importantissimi, ma lui non sapeva riconoscerli e non ne teneva conto. Ora a colpo sicuro diceva, da dietro la sua barba imponente, la battuta giusta alla donna giusta al momento giusto. E tutte le colleghe, le amiche, lo consideravano “loro”. Le conoscenti occasionali conservavano di lui, del suo nome e di quello che aveva detto un ricordo nitido, come se si fosse trattato di un vecchio amico. Bastava che lui dicesse il suo numero di telefono perché esso venisse ricordato senza annotarlo e fatto regolarmente poche ore dopo.
    
    Lei guardava il carosello dei maschi che si era fatto insistente. Si sentiva sicura di sé, con quegli ...
    ... assorbenti che si ingiallivano subito e che lei fiutava con voluttà prima di gettarli. Sapeva che il suo sesso mandava un odore che nessuno di quegli imbecilli sarebbe stato capace di sopportare e, più li trattava con sussiego, più essi le facevano la corte, studiando il modo ti avvicinarsi. Mai aveva ricevuto tanti sorrisi, suscitato tanto interesse. Chanel n. 5 ora serviva a coprire la cruda realtà e mai come adesso ne aveva fatto uso. Pure, qualcosa trapelava. Portava vestiti castigati e camicette chiuse, per impedire ai suoi effluvi naturali di raggiungere narici che, comunque, sapeva poco esercitate. Nondimeno in certe situazioni, come ad esempio in treno, avvertiva che si mettevano in moto nei maschi adulti presenti ebollizioni ormonali delle quali solo lei conosceva la causa e temeva gli effetti. Perché vedeva in che stato esse erano capaci di ridurre il suo compagno di notti. Ragionevolmente temeva che tutto quel nervosismo che non poteva ormai evitare di notare attorno a lei poteva producesse, in qualche individuo particolarmente focoso e volitivo, comportamenti incontrollabili, o magari violenti. Ma ciò non succedeva. Era diventata quel tipo di donna che fa girar la testa a tutti, sia nel senso degli sguardi dardeggianti di coloro che avevano avuto la ventura di percepire la sua aura, che lei si divertiva a sorprendere con bruschi cambi di direzione, o girandosi all’improvviso come se si fosse dimenticata qualcosa; sia nel senso di veri e propri capogiri e svenimenti ...
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