1. Trichechi


    Data: 21/09/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Abidibbi, Fonte: Annunci69

    ... il loro gioco e a segnalare loro la via da seguire. L’odore del sangue mestruale era, per antonomasia, sessualmente repellente. Inoltre lei aveva voglia, ugualmente tipica dell’arrivo del ciclo, di levarsi l’amante di torno e starsene un po’ da sola. Decisero di ritornare al lavoro e di ritrovarsi di lì ad una settimana, quando le sue voglie sarebbero di sicuro ritornate. Nulla era, per ambedue, moralmente più solido di questa sicurezza. A decisione presa lui, congedandosi, la guardò fisso negli occhi e le mise l‘ultimo dito nel culo. “Guai se ti lavi col sapone, maiala” “Guai a te se ti lavi, porco”. Si sciacquarono il viso e le mani, indossarono vestiti puliti e si baciarono sulla porta come se fossero in una scena di Via col vento.
    
    Al suono del campanello, una settimana dopo, lei aprì le porta di strada con il citofono e socchiuse quella di casa. Aveva addosso una vecchia pelliccia e niente altro, riempita del forte odore della sua passera non lavata da giorni e che appena il campanello aveva suonato aveva cominciato a gocciolare. Aveva comprato dei grossi cuscini di un tessuto di nylon rosso, oggetti di arredamento cosiddetto high-tech, su ognuno dei quali si stava comodamente in due. Intorno, sul pavimento, c’erano ceste di frutta, scatole di biscotti, barattoli di marmellata, insomma tutto quello lui gradiva e che poteva tornare utile.
    
    Lui entrò vestito come al solito, elegante. Andò a spogliarsi e tornò con indosso un caftano marocchino di una lana ruvida, aperto ...
    ... davanti, che ancora aveva l’odore dell’animale al quale era appartenuta, forse un cammello. Dal membro in erezione, che faceva capolino, saliva alle narici un odore del quale una volta si sarebbe vergognato. Si accoccolò vicino a lei e appoggiò la testa sulla coscia di lei, coperta dalla pelliccia. L’odore che ne usciva era duro come un pugno. “Puzzi da far paura, amore”. Rimasero tutti e due per un po’ a respirare, ad abituarsi. L’odore dei giorni passati persisteva nella casa elegante, ma la novità era ora nei loro nasi. Sembrava a loro che fosse finita la loro infanzia olfattiva, che forse un freudiano chiamerebbe, con una di quelle curiose perifrasi che possono lasciare seri solo quelli che ci credono, “lo stadio anale” del naso, fatto di bene e di male semplici e elementari: da un lato ciò che tutti consideravano buono, auspicabile, dall’altro un infinito bouquet di aromi che vengono comunemente rifiutati in toto, ma nei quali loro andavano scoprendo emozioni, gusti ed addirittura ragionamenti.
    
    Ormai i profumi contenuti nei cosmetici non si addicevano più alla loro intimità. Le bottiglie di vetro spesso rimanevano inutilizzate sulla mensola del bagno. Avevano passato qualche settimana ad esercitarsi con le essenze elementari, quelle delle quali sono fatti tutti i profumi, anche quelli più costosi, e che si vendono a litri per quattro soldi. Presto si stancarono di quel gioco e si dedicarono ad altri odori. Prima erano passati alla vasellina pura, poi ad olii e grassi ...
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