1. A tuo padre ci penso io


    Data: 06/11/2018, Categorie: Incesti Autore: makaresco, Fonte: RaccontiMilu

    ... indulgente. Non disse nulla a mio padre ma mi sparò comunque un sermone su cosa era giusto e su cosa era sbagliato. Ammetto che quel suo atteggiamento mi sorprese non poco. ‘Ma come prima ti fai vedere nuda girare per casa e poi mi fai il pippone moralizzatrice’. Pensai.
    
    Però non mi arresi. Finché abbiamo vissuto nella stessa casa ogni occasione era buona per corteggiarla. Standole vicino potevo farle dei complimenti ma anche stuzzicarla fisicamente . Mi riferisco a qualche struscio galeotto in cucina. Mi piaceva provocarla al mattino quando tutti noi maschietti sembriamo dei superdotati. Vista la propensione di mia madre a girare per casa con pochi e leggeri indumenti, vederla sculettare mentre mi preparava la colazione aumentava la mia eccitazione tanto che era impossibile non notarla.
    
    Lei sorrideva ogni volta. Beh, non sempre, devo dire che la prima volta che feci l’audace rischiai veramente grosso. Mio padre non era ancora uscito. Entrai in cucina con un bel bozzo in evidenza da sotto il pigiama. Lei lo fissò per un istante, rise, poi tornò a preparare la colazione come faceva sempre. Mi dava le spalle. Quel suo culone bianco e dondolante che potevo vedere dalla camicia da notte trasparente sembrava mi stesse parlando. Decisi che era giunta l’ora di accettare il suo l’invito.
    
    Con la scusa di prendere una tazza feci come per passare da dietro, ma una volta in posizione le appoggiai le mani sui fianchi e la tirai verso di me. ‘Umm’ che buon profumo che hai…’, le ...
    ... dissi in un orecchio mentre accostavo il suo culo al mio uccello in piena erezione. Quel contatto mi diede una sensazione bellissima, come di una piccola scossa elettrica. ‘Mi fai impazzire’lo sai’ continuai a dirle mentre roteando il bacino, cercai di infilare, anche se da sotto la stoffa, la punta del mio cazzo in mezzo alle sue chiappe. Ingenuamente pensavo che se avesse sentito quanto ce l’avevo duro si sarebbe lasciata andare. Molto ingenuamente’
    
    Lei soffocò un urlo, mi spinse indietro con forza e mi fulminò con lo sguardo. Stava per partire l’ennesimo ceffone ma mi salvò la mia prontezza di spirito: ‘A Ma, dovresti dimagrire un po”sai’ quel culone &egrave un arma pericolosa’ancora un po’ e potevo rimanere offeso’. Le dissi con aria beffarda.
    
    Rise abbondantemente. Ci sedemmo a discutere della cosa. Nuovamente lei cercò di farmi capire che quel mio atteggiamento era sbagliato. Io le risposi che era colpa sua, che era lei a darmi il tormento con quel suo girare per casa mezza nuda, con quelle tettone sempre mezze fuori e mezze dentro. Che ero comunque un adolescente e con tutto quel ben di dio sempre in bella vista non sarei mai riuscito mai a vederla come una madre. Lei mi rispose che probabilmente avevo ragione ma che non poteva farci nulla. Che dovevo farmene una ragione. Non poteva cambiare la sua natura quindi avrebbe continuato a vestirsi e girare per casa liberamente (come una zoccola’); e non poteva smettere di essere mia madre perché io ero nato da lei. Dato ...
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