1. Il collegio (quinto capitolo)


    Data: 18/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    IL VALORE DELL’AMICIZIA
    
    Nei giorni che seguirono, non successe nulla di particolare. L’unica cosa degna di nota, era che alla fine avevano formato le classi definitive. Vasil era stato spostato nell’altra classe e, ahimè, pure Klodi.
    
    Se per l’allontanamento di Vasil sospirai di sollievo, lo spostamento di Klodi mi procurò un gran dispiacere. Tant’è vero che quando venne a salutarmi, mi rattristai. Mi disse che non dovevo disperarmi perché ci saremmo visti sempre, durante la ricreazione, in mensa, in giardino... Prendendomi in giro mi disse che adesso potevo stare tranquilla perché mi stava portando via anche “il gatto attaccato ai marroni”.
    
    “Klodiiii! - lo rimproverai - non si dice così”.
    
    Rise.
    
    Con l’allontanamento dei due, arrivò Anila, una collegiale della mia età, ma che stava in camera con le ragazze più grandi. Lei, non so come mai, conosceva Klodi che scherzando le raccomandò di tenermi d’occhio.
    
    Gli dissi che io non avevo bisogno di baby sitter.
    
    Klodi, davanti a lei, mi accarezzò il collo per poi far scivolare la mano nella parte alta del petto. Temevo mi afferrasse il seno, e allo stesso tempo, volevo che me lo toccasse. Il suo tocco durò solo un attimo, ma il bruciore della sua mano lì, lo sentii per giorni.
    
    Alle volte era proprio matto.
    
    Alla fine diede un bacio ad Anila, poi si girò di nuovo verso di me. Speravo mi desse almeno un bacio a stampo sulla bocca, volevo sentire le sue labbra sulle mie. Non mi importava se vicino ci fosse ...
    ... qualcuno, ma lui si limitò a toccarmi la fronte con la sua testa, mi sfiorò il naso con il suo, e poi se ne andò.
    
    Dopo di lui, venne a salutarmi Vasil.
    
    “Giò, - mi disse - abbi cura di te. Io non potrò più farlo. Stammi bene.”
    
    Si commosse. Mi dispiacque, stranamente mi dispiacque. Non l’avevo mai sopportato e ora che doveva andare via e potevo finalmente stare in pace, provavo dispiacere?
    
    Certo che ero strana - pensai.
    
    Anila occupò il suo posto nel mio banco. Poi venne la nostra professoressa tutor e ci spiegò che ormai la composizione delle classi sarebbe rimasta questa fino alla fine del triennio.
    
    Dopo arrivò il professore di tedesco, un uomo tra i quarantacinque e i cinquanta anni, con la testa dietro così piatta, che sembrava gliela avessero limata. Ci disse che la nostra classe, per la sua materia, si sarebbe divisa in due gruppi: gli avanzati e noi, che venivamo da fuori, nel gruppo dei principianti, compreso qualcuno della capitale che nei primi due anni non aveva frequentato la stessa scuola.
    
    Lì per lì ero pronta a dire che non ero proprio principiante, perché avevo fatto due anni di corso privato con una insegnante madrelingua, ma non lo feci. Pensai che alla fine avrei studiato di meno. Al diavolo l’apprendimento, per una volta.
    
    Elencò i nomi dei partecipanti ai due corsi, e poi si allontanò.
    
    Alla fine, per me, i volti dei compagni di classe divennero nomi, poi persone, ognuna con le proprie caratteristiche.
    
    Cominciai a legare con altri, ...
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