1. Bores contò il passaggio di undici monache e sette preti.


    Data: 26/10/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Caliban, Fonte: RaccontiMilu

    ... grande credenza in mogano che troneggiava lungo la parete e aprì il primo cassetto. Dieci biglietti verdi da 100 euro, ancora nuovi, erano posati all’interno. Indugiò un attimo, poi li prese e li infilò piegandoli in due nella tasca anteriore destra.
    
    Incrociò poi per un attimo gli occhi di madame. Ora che aveva preso il denaro lo sguardo eccitato, adorante era stato sostituito da uno molto più superbo, di ostentata superiorità. Le fece un gesto con la testa e aprì la porta, mentre lei gli parlava:
    
    – Ciao Bores, ti farò sapere quando dovrai tornare -.
    
    Discese rapido le scale. Davanti alla porta trovò Camille pronta con il suo cappotto, lo aiutò ad indossarlo sfiorandolo più del lecito, lui la salutò formale e uscì dal palazzo.
    
    L’aria fredda, umida di neve ravvivò i suoi pensieri. Rimase fermo un poco, con gli occhi chiusi a respirare profondamente, inarcando leggermente la schiena, come per scacciare gli odori della scopata. Quindi si scosse, si accese una sigaretta e attraversò la strada veloce.
    
    Dall’altro lato della via, seduta sui gradoni in pietra del muro di un palazzo settecentesco, rivide la ragazzina del metrò, i gomiti sulle ginocchia, il viso affilato appoggiato ai palmi, che lo osservava.
    
    Fece alcuni passi nella direzione opposta, poi si fermò e si voltò. Lei si era già alzata e incamminata nella sua direzione. Ritornò indietro verso di lei.
    
    – Perché mi segui? – le chiese, con un sorriso quasi divertito.
    
    – Boh… così – rispose.
    
    – Nulla ...
    ... avviene così, siamo sempre spinti ad agire da qualcosa, anche se spesso non &egrave così facilmente definibile o comprensibile.-
    
    Lei sorrise, un sorriso obliquo, accompagnato da una curiosa lieve alzata di spalle, che gli ricordò dolorosamente Anastasia, da ragazzina.
    
    – sei carino, e sei stato gentile sul metrò –
    
    – potrei quasi essere tuo padre, avrai la metà dei miei anni –
    
    Il suo volto si rabbuiò, la sua bocca si incurvò verso il basso, mentre si mordicchiava l’interno del labbro inferiore.
    
    – mio padre non &egrave carino, né gentile, &egrave un bastardo, sempre ubriaco –
    
    – e tua madre? – Si pentì della domanda nel momento in cui la formulava.
    
    – Morta – disse, quasi sputando le parole.
    
    Si passo una mano sul viso, giocando con i corti peli del pizzetto, come faceva naturalmente quando pensava, quindi fece ancora un lungo tiro e butto la sigaretta.
    
    – Hai ancora fame? –
    
    Lei annuì due volte, tornando a sorridergli.
    
    – Dai andiamo, muoviti – le disse girandosi e avviandosi verso il centro. Lei lo seguì rapida, affiancandolo. Camminarono in silenzio alcuni minuti, finché giunsero di fronte a un Irish pub.
    
    Spinse la pesante, consunta porta di legno scuro e le fece cenno con la testa di entrare, quindi la seguì nel locale. Si sedettero in un piccolo tavolo d’angolo, di legno massiccio, la cui superficie era intensamente incisa da anni di scarabocchi, disegni e nomi di persone passate di lì.
    
    Quasi subito si avvicino una ragazza vestita di nero, con ...
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