1. Quel giovedì mattina


    Data: 06/10/2018, Categorie: 69, Etero Autore: taycio, Fonte: RaccontiMilu

    ... sera. Mi lavai con cura, non trascurai alcun dettaglio: barba fatta, profumato, esplorai ogni orifizio del mio corpo. Indossai una morbida e al contempo ruvida camicia di lino sopra un jeans chiaro che mi regalavano un aspetto libero e selvaggio. Avevo in mente solo Michela. Avrei cercato di stuzzicarla durante l’arco della cena, senza però mancare di attenzione per Eleonora’il capo &egrave pur sempre il capo. Era un compito arduo, una sfida di alto livello: mi piaceva! Dopo l’avrei invitata a bere un paio di drink. ‘Ottima tattica’, pensai. Mi presentai con lieve anticipo al ristorante. Di lì a poco arrivò Michela, truccata di tutto punto e stuzzicante come non mai. Unica nota dissonante, una velata tristezza negli occhi ed un broncetto di sottofondo. ‘Ehi, cos’&egrave quel muso?! Siamo qui per rilassarci!’. ‘Non ci badare’&egrave colpa di Giorgio. &egrave da lunedì sera che litighiamo per la storia della Cina. Mi vuole un gran bene, ma soffre tremendamente un po’ di gelosia e un po’ d’inferiorità.’ Mi raccontò che il suo compagno Giorgio, del quale parlava poco o nulla sul lavoro, le faceva storie per il viaggio. Lui non poteva capire l’importanza di una trasferta: nel suo mestiere non capitava mai di viaggiare, se non per qualche breve e vicino corso di aggiornamento.
    
    Ci distolse il rumore cadenzato di un tacco dodici sul marciapiede. Avvolta in un elegantissimo vestito da sera, coi boccoli composti e sinuosi, si stava avvicinando Eleonora. Che splendido spettacolo. ...
    ... Aprì le braccia che, sinuose, reggevano una pochette brillantinata. Salutò e ci baciò affettuosa. Ci sedemmo.
    
    La cena proseguì serena. Non parlammo granché di lavoro, ma piuttosto delle nostre passioni, dei nostri viaggi e delle inclinazioni personali. Facevo fatica a rispettare i miei propositi. Eleonora mi stava stregando: un po’ per il rispetto del ruolo e un po’ per l’aspetto decisamente intrigante, non riuscivo a trovare lo spazio immaginato per Michela. Ma nonostante ciò la conversazione fu piacevole e disinvolta.
    
    Uscimmo. Eleonora si congedò. Io e Michela restammo un paio di minuti a parlare, ma sul momento di proporle una bevuta, le trillò il cellulare. Lesse il messaggio e non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto. ‘Dimmi se non &egrave un’offerta di pace questa!’ esclamò puntandomi lo schermo in faccia. Giorgio le aveva inviato una foto di fragole e di una bottiglia di prosecco adagiata in una glacette scintillante. ‘Corro ad accettarla’ concluse. Mi baciò sulla guancia e scappò alla volta del suo uomo.
    
    Mi sentii gelare. I piani per la serata erano clamorosamente saltati, infranti senza pietà da uno sprazzo d’inventiva del deludente compagno.
    
    Mi accesi una Chesterfield, mi appoggiai contro il muro e rimasi a pensare che era andata male, cercando di consolarmi all’idea che, forse, in Cina mi sarei potuto rifare’ma ad ogni tirata ci credevo sempre meno. Non mi restava che tornarmene a casa, da solo come un cane, e tirarmi una ricca sega fantasticando su ...
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