1. Quel giovedì mattina


    Data: 06/10/2018, Categorie: 69, Etero Autore: taycio, Fonte: RaccontiMilu

    ... come sarebbe potuta evolvere la serata. Avrei immaginato le sue chiappette nude provocarmi e la sua bocca vogliosa avvolgere il mio cazzo’ma sarebbe solo rimasto un piacevole esercizio mentale.
    
    Assorto tra i miei peccaminosi e delusi pensieri vidi accostare una bellissima Mercedes nera, un favoloso cup&egrave di quelli su cui noi maschietti facciamo sognare le natiche quando visitiamo gli autosaloni. Ne uscirono due eleganti cosce accompagnate da un composto e sensuale movimento del capo: era Eleonora. ‘Chi non ha testa abbia gambe!’ esclamò decisa ‘mi sono dimenticata il coprispalle’ci tengo un casino” e la vidi sparire nel ristorante.
    
    Ricomparve dopo neppure un minuto con in mano il suo trofeo ‘e te che ci fai ancora qui? T’hanno lasciato solo?’ chiese strizzando l’occhiolino. Le dissi che semplicemente mi ero trattenuto per fumare l’ultima sigaretta per poi fiondarmi a letto. Non credo di averla convinta fino in fondo: aveva due occhi troppo furbi per farsi raccontare mezze verità del genere. ‘Offrimene una’ti faccio compagnia!’ perentoria!
    
    Le detti una cicca e me ne accesi un’altra.
    
    ‘T’ha lasciato solo soletto, eh?!’ Chiese impertinente. ‘No’&egrave solo tornata a casa dal suo uomo” risposi timidamente. ‘Beh, puoi dirlo: sei andato in bianco’ ma non temere. Ti capisco, capita anche a me!’ Risposi che mi restava difficile crederlo: aveva l’aria di una donna che poteva avere tutto. Mi chiese se mi fossi fatto un pensierino su Michela e concluse esclamando ‘Con ...
    ... l’amica o la parente per una volta non &egrave niente!’ Ridemmo e proseguimmo a conversare per qualche minuto. Continuavo a fissare la sua auto. Lo notò e, dal nulla, mi chiese se mi avrebbe fatto piacere provarla. Accettai titubante ma felice.
    
    Mi sedetti al volante di quel bolide con Eleonora accanto che m’incoraggiava a schiacciare l’acceleratore. Quei pochi minuti di guida furono un orgasmo, un totale piacere. ‘Ehi, visto che te la cavi bene e io sono un po’ brilla, mi accompagni a casa? Poi ti tieni la macchina e domattina passi da qui prima del lavoro, andiamo a recuperare la tua e andiamo in ufficio. Per il ritardo ti autorizzo io.’ La sua autorevolezza e pacatezza mi agitarono ma al contempo m’impedirono di dirle di no. Aveva un fortissimo ascendente su di me. Respirai forte e riuscii solo a proferire un ‘dove stai?’.
    
    In pochi minuti fummo sotto casa sua. Mi disse di parcheggiare in una corte privata. ‘Dai, sali che ci beviamo una grappa, ho una barricata spettacolare. Mi sembra il minimo per sdebitarmi del servizio taxi!’ e si lasciò andare in una grassa risata. Ipnotizzato, decisi di salire. Nell’ascensore non riuscivo che a guardarla negli occhi, fissarle i fianchi e fantasticare. Era tutto così surreale. A tratti s’affacciava il mio grillo parlante e mi richiamava alla realtà, ricordandomi che era una venditrice e ammaliare era il suo lavoro. Entrammo. Prese il coprispalle e lo poggiò su una sedia. Poi mi fissò dritto negli occhi. Sorrise lentamente e caricò ...
«1...3456»