1. L'educazione sentimentale


    Data: 04/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: giancarlo_pr, Fonte: Annunci69

    ... qualche minuto, bussai timidamente alla porta dalla quale era entrato ed uscito Renato. Una voce simpatica e giovanile, con una leggera inflessione fiorentina, disse: “Vieni, vieni…”
    
    Attraversai un piccolo disimpegno e, da una seconda porta, entrai in una grande stanza da letto. Le due finestre, erano seminascoste da tendaggi che occupavano tutta la parete. Un letto matrimoniale, piuttosto basso, era coperto da un lenzuolo celeste, che sembrava di bucato. La stanza era illuminata da uno dei due abat-jour sui comodini.
    
    Lei, era una donna sui trent’anni, e non pareva aver niente, nell’aspetto fisico, di quello che, nel mio immaginario, avrebbe dovuto contraddistinguere una di quelle. Di statura medio-alta, aveva i capelli castani che le incorniciavano il viso dai lineamenti regolari. Gli occhi, anch’essi castani, erano belli e luminosi e l’atteggiamento, sembrava tranquillo, rilassato.
    
    Indossava una vestaglia chiara, trasparente. Intravedevo il seno, libero e sodo, solo appena flesso verso il basso. Ad ogni suo movimento, i capezzoli strusciavano un poco sulla stoffa leggera della vestaglia. Il suo corpo ben fatto e proporzionato, non appariva né volgare né procace. Il ventre quasi piatto, i fianchi sinuosi ed invitanti, evidenziati da un paio di mutandine nere, le gambe lunghe e diritte, la facevano essere una gran bella donna.
    
    “Tu sei Valerio, vero?” Mi sorrise, in piedi, mettendomi le mani sulle guance e carezzandomi…
    
    ”Fatti guardare…ma sei proprio un bel ...
    ... ragazzo…”
    
    Sapevo di non essere precisamente bello, ma quelle carezze e quelle parole, allentarono un poco la mia tensione. “Senta…io sono…”
    
    Rise. “Un bel ragazzo, per giunta educato…che da del lei alle signore che non conosce…”
    
    Rise di nuovo, divertita e, caricando appena il gesto, mi porse la mano.
    
    “Io sono Liliana... Valerio, piacere di conoscerti…” Rideva, ma non c’era volgarità in lei.
    
    L’insieme del suo comportamento, mi dava una sensazione di tranquillità, di dolcezza quasi.
    
    Ed era strano, almeno per la mentalità che mi ero fatta ascoltando al bar gli amici più grandi. Quante volte avevo sentito raccontare di donne volgari e sguaiate, che durante il rapporto ruminavano gomma da masticare, invitavano sgarbatamente il cliente a far presto, smoccolavano e peggio.
    
    Ai piedi del letto, accovacciato sopra una stuoia, dormiva un bel cane, che mi sembrò essere un boxer. Immaginai, con terrore, quando le sarei stato, giocoforza, addosso…lei, intuì il mio pensiero. “Stai tranquillo, è buonissimo, non ti guarderà neanche. Solo se tu mi facessi del male…” Un po’ tranquillizzato, ma ancora diffidente, girai alla larga dall’animale.
    
    “Vieni” mi disse, cominciando a sbottonarmi la camicia.
    
    Mi sbottonava con diligenza la camicia, come una mamma che accudisca al proprio figlio. Non c’era nulla di lascivo nei suoi gesti, semplici ed usuali. Questa atmosfera familiare, non m’impediva di essere eccitatissimo. Le sue tette, che la vestaglia trasparente, anziché coprire, ...