1. L'educazione sentimentale


    Data: 04/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: giancarlo_pr, Fonte: Annunci69

    PREFAZIONE: Questo racconto non è mio, l'ho ripescato per caso da un backup di oltre 20 anni fa. Non c'era l'Autore, la vicenda risale probabilmente ad una cinquantina di anni prima ed e' ambientata in Toscana. Ve la propongo perche' la trovo molto bella, sincera e ben scritta ringraziando chi l'ha scritta.
    
    L'educazione sentimentale
    
    La mia prima volta, è stata quando avevo sedici anni. Fino ad allora, erano state solo schermaglie amorose, fatte di abbracci e di baci e carezze più o meno audaci, sicuramente esaltanti e gioiosamente vissute, ma che dopo, lasciavano sempre il sapore di un discorso sospeso, di una prova non provata, di un obbiettivo avvicinato ma non raggiunto.
    
    Quelli vissuti fino ad allora, non erano certamente stati amori platonici: i baci erano baci veri - con la lingua - le tue mani avevano accarezzato tutto quello che si poteva e anche qualcosa di più, mani più o meno delicate di coetanee ti avevano portato al piacere.
    
    Ma nel nostro pensiero – non del tutto peregrino, ne converrete – il discrimine era costituito, appunto, dall’inzuppare il biscotto. E anche se non lo avessimo pensato, ce lo avrebbero ricordato quegli amici che scopavano o dicevano di farlo.
    
    Ero rimasto orfano molto presto. Renato, amico di mio padre, si era assunto l’incarico di farmi da padre, almeno per alcuni aspetti. La prima partita di calcio, il primo film al cinema, la prima corsa ciclistica, la prima uscita di sera, li avevo vissuti con lui. Poi, crescendo, la ...
    ... scuola e gli amici, mi avevano consentito una qualche autonomia sicché, l’avevo quasi perso di vista. Non lui, che periodicamente s’informava, attraverso i miei nonni, sul mio comportamento e sui miei problemi.
    
    Arrivato ai sedici anni, me lo ero visto comparire al bar che io frequentavo. Amico di quasi tutti, simpatico e disponibile, era diventato presto il protagonista delle nostre serate.
    
    Io ne ero contento, anche se un po’ sorpreso di vederlo passare le serate in un ambiente che non era il suo, in un locale quasi esclusivamente frequentato da proletari (lui, che già allora aveva messo insieme una fortuna con gli stracci, era ben introdotto e richiesto negli ambienti più esclusivi della nostra piccola città) la gran parte dei quali era molto più giovane di lui.
    
    Con me, non aveva nessun trattamento preferenziale.
    
    Mi prendeva in giro come faceva con gli altri, anche se, ogni tanto, mi strizzava non visto l’occhio o mi faceva un cenno d’intesa.
    
    Dopo qualche settimana, una sera, mi prese in disparte.
    
    “Senti, lunedì mettiti in ghingheri, che ti porto a Firenze, in un posticino…da una mia conoscente…capisci?”
    
    Capivo, certo. Era quello che si chiamava, nel nostro gergo di ragazzi, “sverginarsi” o “andarla a sentire”. L’amore con una puttana, era per molti di noi “la prima volta”. Pochi erano quelli che potevano vantarsi, a sedici anni, di averlo fatto con una coetanea.
    
    Qualcuno, raccontava di notti d’amore con piacenti e vogliose spose del vicinato, consumate ...
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