1. L'educazione sentimentale


    Data: 04/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: giancarlo_pr, Fonte: Annunci69

    ... nell’assenza del marito (i turni di notte in fabbrica erano e sono una consuetudine della nostra zona) ma erano casi rari e, di solito, immaginari.
    
    Anche la frequenza scolastica, non aiutava. In una zona altamente industrializzata come la nostra, molti di noi frequentavano scuole ad indirizzo tecnico, dove le femmine erano una rarità. Nella mia, che era un Istituto Tecnico Industriale ad indirizzo elettrotecnico, non ce n’era neanche una.
    
    Il lunedì, venne a prendermi a casa verso le otto. Ai miei, disse: “Lo porto a Firenze… a vedere un film…”. Parlava con voluta ironia, quasi a far capire che non mi portava al cinema…chissà se nonna e nonno capirono…
    
    Per strada, mi parlava del più e del meno, senza mai sfiorare la ragione del nostro viaggio. Ad un certo punto, stavamo già entrando in città, fui io a chiedergli: “Ci vai prima tu, vero..?”
    
    Rispose: “No, ci vai solo tu, a me stasera non mi andrebbe…e poi, voglio che sia solo per te…anche se è una di quelle… di classe però... non è simpatico, la prima volta, fare la fila. L’attesa, può giocare dei brutti scherzi…”.
    
    Ma questo, lungi dal tranquillizzarmi, accrebbe la mia inquietudine. Che tutto fosse organizzato solo per me, mi metteva in una condizione di “protagonismo” che non volevo avere.
    
    Parcheggiò la macchina (un bolide, era una Alfa Romeo) nella piazza dietro il mercato di S. Lorenzo. Mi prese a braccetto, con un atteggiamento un po’ amichevole e un po’ paterno e, attraverso Via dell’Ariento, mi ...
    ... condusse al luogo dell’incontro.
    
    Ricordo perfettamente il nome della strada e anche il numero civico ma, pur essendo passati parecchi anni, mi pare inopportuno scriverli.
    
    Suonò al portone, che fu aperto quasi subito. Una sola rampa di scale portava ad un pianerottolo con due porte. Si aprì, senza che dovessimo bussare, quella di sinistra.
    
    Entrammo.
    
    Una donna sulla sessantina, ci fece entrare in un ingresso di forma quadrata, piuttosto spazioso e arredato con un certo gusto. Due poltrone, un divano, un tavolo basso da fumo, con alcune riviste sul piano inferiore. Chi si fosse aspettato qualcosa di “osé” avrebbe sbagliato. Gente, Oggi, Epoca e, con non poca mia sorpresa, Historia.
    
    Renato fece un cenno alla donna, aprì una delle porte e scomparve. Rimasti soli, ella mi invitò a seguirla. “Non sarà mica lei, quella di classe?” pensai.
    
    Mi accompagnò nel bagno e mi chiese di abbassarmi i pantaloni e gli slip. Sorpreso, feci come mi diceva. Guardò con attenzione le mie intimità, poi mi chiese di scoprire il glande. Fece un gesto di approvazione. Avevo finalmente capito che l’esame era finalizzato a verificare il livello di pulizia del cliente e le sorrisi.
    
    Era questa una cosa della quale non avevo mai sentito parlare, ma che mi parve segno di serietà.
    
    Tornammo nell’ingresso. Mi sedetti ed accesi una sigaretta. Neanche il tempo di fumarla e Renato riapparve. “Torno tra un paio d’ore” disse, e se ne andò.
    
    La signora anziana era sparita. Non sapevo che fare. Dopo ...