1. Erano i tempi - 1


    Data: 20/09/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... la riva e stava appunto risalendo verso la riva, quando:
    
    “Così Afrodite nasceva dalle onde del mare…”, disse una voce melodiosa.
    
    Sollevò di scatto la testa e fu allora che vide sdraiato presso la riva un giovane straordinariamente bello che lo fissava sorridendo. Ricambiò il sorriso, poi fece gli ultimi passi, uscendo dall’acqua e andando verso di lui, incurante della sua nudità.
    
    “La bella Afrodite non sarà felice, - gli disse – nel vedermi paragonato a lei.”
    
    “Anche perché tu sei molto più bello.”
    
    “Taci, - gli fece però il giovane in tono serio – gli Dei non amano che si parli così di loro.”
    
    L’altro non rispose, ma una luce furbesca gli brillò negli occhi.
    
    “Io sono Akos, - disse – vieni, siediti vicino a me.
    
    Qual è il tuo nome?”
    
    “Mi chiamo Thalos.”, rispose il giovane, sdraiandosi accanto a lui.
    
    “Sembri molto lontano dalla tua patria, Thalos: cosa di spinge da queste parti?”
    
    “Sono in viaggio per adempiere a un voto”
    
    “Capisco. È importante soddisfare le promesse fatte agli Immortali.”, fece Akos, ma non gli chiese di cosa si trattasse, lo fissò invece a lungo negli occhi.
    
    “I tuoi occhi sono più limpidi del cielo, quando Zeus lo tiene sgombro dalle nuvole.”, riprese dopo un po’.
    
    Thalos sorrise, era felice di sentirsi dire quelle cose da un altro giovane così bello, dalla cui malia si sentiva pian piano avvolgere. Avvertì un fremito ai lombi. Il suo sesso iniziò a riprendere vita, mentre con la punta delle dita Akos gli sfiorava la ...
    ... coscia, facendolo rabbrividire di un piacere che nulla aveva a che fare con l’aspetto meramente fisico del gesto: era un piacere interno, un piacere dell’anima.
    
    Si protese verso l’altro, chiudendo gli occhi, e le sue labbra incontrarono quelle non meno desiderose di Akos: si sfiorarono, poi si congiunsero in un bacio leggero. Quando i due giovani tornarono a guardarsi, i loro occhi sfavillavano di una luce irreale. Akos, che in realtà era Dioniso nella veste mortale con cui percorreva a volte i sentieri della terra, si levò a sedere e si sfilò la leggera tunica, svelando un corpo dalla perfezione divina.
    
    Thalos lo fissò a lungo ammirato, poi allargò le braccia, stendendosi a terra, e lo accolse sopra di sé.
    
    Akos accolse l’abbraccio e lo ricambiò, avvolgendogli attorno le braccia. La tenera erba del prato faceva un morbido materasso sotto di loro. I due corpi bruciavano nella stretta delle braccia, le labbra dell’uno incollate su quelle dell’altro, le lingue guizzavano in una danza impazzita, i sessi frementi pulsavano e spurgavano impazienti, compressi nell’abbraccio forsennato.
    
    Thalos era perso ormai in una frenesia euforica, dove niente lo raggiungeva, tranne le ondate di piacere. Poi Akos si staccò da lui e, mentre una nuvola di nebbia li avvolgeva, a nascondere il loro amore da occhi indiscreti, si voltò all’incontrario e prese a leccargli l’uccello, che reagì con una colata di spurgo più consistente delle altre. Con un gemito di bramosia, il Dio prese in bocca ...