1. Il vicino malato.


    Data: 02/10/2023, Categorie: Cuckold Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... consolarlo; lui, lentamente, si rilassa un po’. Parliamo di mia figlia, del fatto che gli manca e, soprattutto, del problema che ora avrà, una volta che sarà tornato a casa. Mi offro di aiutarlo nel limite del possibile e lui mi ringrazia molto, per la mia disponibilità.
    «Sei una donna meravigliosa! Paolo è un ragazzo veramente fortunato ad avere una brava donna come te, al suo fianco. Fin da ora ti ringrazio, anche se capisco che per te sarà un po’ troppo impegnativo, prendersi cura anche di un vecchio malandato come me.»
    Lo guardo con occhi piccati e, scherzando, lo rimprovero.
    «Non dire sciocchezze! Ci hai dato tante volte una mano tu, quando entrambi eravamo al lavoro e Lucilla aveva bisogno di qualcuno con cui stare, ed ora che, per una volta, posso sdebitarmi un po’, sarà solo un piacere, anche se avrei preferito farlo in circostanze diverse da questa.»
    Lui mi guarda un po’ pensieroso, poi mi fa una mezza domanda, che mi lascia un po’ incuriosita.
    «Certo, anch’io avrei voluto che certe cose avvenissero in circostanze diverse. Ma tu, come avresti voluto sdebitarti con me?»
    Lo guardo per un attimo un po’ smarrita, perché sento una specie di doppio senso nelle sue parole e questo, stranamente, mi incuriosisce un po’.
    «Non lo so con precisione. L’unica cosa di cui sono certa è che mi dispiace che tu sia in queste condizioni e, in ogni caso, per qualunque cosa tu avessi bisogno, non farti scrupoli, perché ti assicuro che, per qualunque cosa, mi troverai ...
    ... disponibile!»
    Noto che mi guarda un po’ incerto. Ha quasi voglia di chiedermi qualcosa, ma è titubante. Poi mi guarda con occhi imploranti.
    «Avrei un piccolo favore da chiederti, perché, come vedi sono talmente bloccato che non riesco a farlo. È una cosa un po’ delicata, quindi, se ti va di aiutarmi, te ne sarò grato, altrimenti, se rifiuti, comprenderò il tuo disagio e non ti chiederò più nulla.»
    Io lo guardo e, con fermezza, ribadisco tutta la mia disponibilità. Lui, prende un attimo fiato, poi mi espone la sua richiesta.
    «Per prima cosa, va a chiudere la porta: non vorrei che l’infermiera, entrando potesse fraintendere. Poi, dovresti aiutarmi a cambiare le mutande, dal momento che le indosso dal giorno dell’incidente. Ero abituato a sostituirle giornalmente e quelle che ho le indosso ormai da più di tre giorni. Non puoi capire quanto fastidio mi dà. Ti sembrerà una cosa da poco, ma mi sono un po’ vergognato a chiederlo all’infermiera. Naturalmente, come ti ho detto prima, un tuo eventuale rifiuto sarà considerato da me assolutamente più che legittimo.»
    Mi alzo dalla sedia, vado verso la porta e la chiudo a chiave. Torno presso di lui e, dopo aver aperto un cassetto, e preso un paio di slip nuovi e puliti, faccio scorrere la coperta del letto, fino ai suoi piedi. Vedo per la prima volta, il suo torace, almeno la parte libera dal gesso, abbastanza muscoloso e la sua pancia per niente prominente, anzi, presenta il ventre abbastanza piatto. Nell’insieme ha una bella muscolatura. I peli ...
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