1. Ho rotto il culo ad una coppia.


    Data: 06/02/2023, Categorie: Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... lasciava tutto e veniva giù. Stranamente mi si cominciava a far strada una strana idea. Il sadismo che albergava dentro me, represso, ma sempre presente, tornava ad emergere. In un ipotetico rapporto anale con lui, infatti, non avrei dovuto limitarmi per timore dei rifiuti successivi, quindi potevo darmi da fare come volevo, senza freni. Sono stati giorni in cui ero molto combattuto, ma, alla fine, la libidine prese il sopravvento. Una giornata di inizio novembre, con tutta la spiaggia vuota, perché cadeva una leggera pioggerellina, ci trovammo soli nella grotta. Affrontai io il discorso e senza giri di parole, gli chiesi:
    “Ma a te piace il mio cazzo?”
    Sicuramente non si aspettava una domanda di quel tipo, perché trasalì e divenne tutto rosso. Ci vollero un paio di minuti, prima che rispondesse, poi esordì dicendo che a lui piacevano le donne, ma, ultimamente, si sentiva attratto dal mio cazzo, perché lo vedeva imponente e maestoso (parole sue). Io, altrettanto sinceramente, gli risposi che non avevo mai avuto rapporti con uomini, ma, negli ultimi tempi, il tarlo mi era entrato nel cervello e, se lui lo avesse desiderato, sarei stato disposto a rompergli il culo (usai di proposito queste parole forti). Notai che lui si morse il labbro e farfugliò che non lo aveva mai fatto, ma si vedeva chiaramente che lo desiderava fortemente e allora l'ho avvertito, non tanto per lealtà nei suoi confronti, quanto per ammantare la cosa di maggior eccitazione, dicendogli:
    "Tieni ...
    ... presente che, quando inculo una donna, mi piace che urli di dolore, perché non ci vado piano e, come hai potuto vedere, ho una dotazione extra large; però devo anche dire che, alla fine della devastazione, tutte le donne hanno avuto orgasmi da sballo".
    Mi guardava con un'espressione di paura ed eccitazione. Non parlava. Sembrava impietrito! Non dissi altro e ripresi a fare quello che stavo facendo, mentre con la coda dell'occhio, vedevo che era rimasto immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Pensavo a chissà quanti pensieri frullavano nella sua testa e decisi che, da quel momento, non avrei più aperto l'argomento. Passarono una decina di minuti e lui sempre li, immobile, a guardare il mare. A quel punto, visto che dovevo mettere un tavolone sopra una mensola, gli chiesi aiuto......
    Fu come svegliarlo da un sonno profondo. Senza fiatare prese la tavola dalla parte opposta alla mia, ma, nel sollevarla, gli scivolò dalle mani. La tavola era voluminosa ma non pesante, quindi, il fatto che gli fosse scivolata, significava che con la testa stava altrove. Continuò a non parlare per un'altra mezz'ora buona, poi con un filo di voce disse:
    "Sì, è logico. Colui che si fa penetrare, deve subire l'assalto del maschio, per quanto doloroso possa essere".
    A me già la situazione aveva provocato una certa erezione e queste ultime parole me lo avevano fatto diventare d'acciaio.
    Per ammantare la cosa al massimo della libidine, con voce dura gli dissi:
    "Dai, tirati giù calzoni e mutande, poi ...
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