1. Venerdì


    Data: 03/09/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Vert_, Fonte: Annunci69

    ... e le baciai il collo dolcemente: si preannunciava una serata memorabile.
    
    Il ristorante che avevo prenotato, forse, non era esattamente come lei se lo aspettava. Non era un locale particolarmente elegante ed anzi, era un semplice agriturismo sui colli. D’altra parte la scelta spettava a me ed io preferivo un luogo appartato, seppur con una vista incantevole. Oltretutto conoscevo bene il gestore, un tale con il quale avevo avuto diversi rapporti di lavoro in passato. Luana, ad ogni modo, sembrava gradire abbastanza, o forse aveva altri pensieri per la testa: era troppo intenta a provocarmi, facendomi intravedere gli autoreggenti ad ogni occasione, o la schiena completamente nuda dato che il vestito, dietro, era aperto fin quasi al sedere. Durante la cena parlammo e ci provocammo ulteriormente a vicenda. Aveva sfilato quasi subito il piede dalla scarpa col tacco per strusciarmelo sotto il tavolo e farmi avere quanto prima un’erezione. Missione compiuta senza troppe difficoltà, come le confermai senza vergogna. Ad un certo punto mi chiese di indovinare come fosse il suo intimo, ed io risposi che sapevo me lo avrebbe chiesto e che la conoscevo fin troppo bene per poter sbagliare. “Ti sfido”, disse lei con un mezzo sorriso. “Se indovino me lo mostri qui, davanti a tutti”, rilanciai io prontamente. “Vedremo…” fu la sua risposta, ma sapevo che sotto sotto aveva una voglia tremenda di perdere la scommessa. Con un cenno chiamai il cameriere – un tipo abbastanza rozzo in verità, ...
    ... con la testa rasata ed evidenti tatuaggi sulle braccia – e gli feci capire di procedere. In precedenza, senza farmi notare, gli avevo promesso una buona mancia se al mio comando avesse allungato alla mia donna una piccola busta. Lui gliela porse quasi sogghignando, scrutandola da capo a piedi senza troppo ritegno. A dirla tutta le aveva fatto una lastra completa. Luana aprì la busta e, con sorpresa, lesse le due parole che avevo scritto a mano: “pizzo rosso”. Si mise a ridere di gusto. Entrambi amavamo giocare, sempre, sfidandoci a vicenda. Allora si piegò in avanti e si sfilò le mutandine, senza fretta, poi le fece dondolare in bella mostra sul tavolo dicendo “ci sei andato vicino: pizzo nero…” per poi riporle nella borsetta. “Ma mi spiace, caro, non hai vinto”. Sorrise ancora, mi fece l’occhiolino e riprese placidamente a mangiare. Una coppia sui cinquanta vide la scena e fece un teatrale cenno di disapprovazione, il che mi diede ancora più gusto ed eccitazione. Si lamentarono col cameriere, il quale abbozzò delle scuse invitando i due a non abbandonare il locale, quindi si avvicinò nuovamente al nostro tavolo. Mi chiese di “tenere a bada la signorina” e il modo in cui lo disse mi infastidì notevolmente. Per un attimo ebbi l’impressione che non fosse totalmente in sé, che addirittura avesse bevuto qualche bicchiere di troppo di là in cucina. Gli risposi seccamente di farsi gli affari suoi, e che volevo parlare al più presto col mio amico gestore, altrimenti ce ne saremmo ...
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