1. Venerdì


    Data: 03/09/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Vert_, Fonte: Annunci69

    Ero in viaggio verso sud, direzione Roma, e continuavo a pensare ossessivamente a come sarebbe andata la serata con Luana. Pregustavo già ogni dettaglio, provavo ad immaginare come sarebbe venuta vestita all'appuntamento, che intimo avrebbe indossato, se le mie piccole sorprese sarebbero state ad effetto e soprattutto se lei si fosse ricordata quali erano le parole che avrei voluto sentirmi dire non appena i nostri sguardi si sarebbero finalmente incrociati. Le avevamo decise assieme molti mesi prima, ma io non glielo avevo mai più ricordato. Era come un test. Volevo vedere se nella realtà sarebbe stata spregiudicata come in chat, e già da quella piccola prova, forse, avrei potuto intuire se la serata avrebbe preso la piega che desideravo.
    
    Era il nostro primo incontro clandestino. Lo sognavamo ormai da un anno e su di esso avevamo costruito un castello di mille fantasie, le cui guglie ora si stagliavano sempre più contorte, sottili e vertiginose. L’occasione era irripetibile: lei era salita con la scusa di andare ospite qualche giorno da una cugina; di conseguenza, io mi ero inventato un vitale viaggio di lavoro. Era rischioso ma non importava. Avevo stabilito ormai da troppo tempo che, in qualunque caso, ne sarebbe valsa la pena.
    
    Arrivai al luogo concordato poco prima delle venti. Era venerdì. Curioso scherzo del destino – pensai – in quanto il venerdì era da sempre il nostro giorno buio, ed ogni volta era come un piccolo addio perché durante il weekend era più ...
    ... difficile messaggiarsi con i compagni “reali” a fianco. Talvolta era di fatto impossibile, e così arrivavamo al lunedì con una tale voglia di sentirci che dovevamo “prenderci” subito, senza aspettare.
    
    Una parola talmente sgradevole – “venerdì” – da essere perfino diventata la nostra safeword immaginaria, ovvero quella parola che nelle pratiche sadomaso ha il potere di interrompere di colpo qualsiasi gioco erotico in corso.
    
    Il sole era ormai del tutto calato e di Luana nessuna traccia. Aspettavo da quasi mezzora. Riceveva i messaggi ma non rispondeva. Ero nervoso, spazientito, preoccupato. Se si fosse tirata indietro all’ultimo momento? Come avrei reagito? Sarei stato più incazzato o deluso? Al tempo stesso ero ben consapevole di quanto lei adorasse giocare con me, portando costantemente ogni mia emozione al limite… Ed infatti cinque minuti dopo eccola arrivare, splendida, in un abito lungo verde con uno spacco di pizzo da urlo, camminando verso di me con movenze da gatta su tacchi altissimi. Sapevo fosse sexy, lo sapevo dal primo giorno, ma così era troppo. Troppo. Un attimo ed era lì, a un passo dal mio viso e dalle mie mani. Nessuna parola, solo occhi negli occhi. Il tempo di porgerle una rosa rossa ed ecco le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio. E mentre per la prima volta la nostra pelle si sfiorava, e socchiudendo gli occhi assaporavo il suo delicato profumo, lei lo sussurrò: “La tua troia è arrivata”. Sì, se lo era ricordata... Molto, molto brava. Sorrisi tra me e me ...
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