1. Confessioni Private


    Data: 21/08/2018, Categorie: Autoerotismo Etero Lesbo Autore: lascivo89, Fonte: RaccontiMilu

    ... castità vivevo però fino a due anni fa una dimensione privata carico d’erotismo malsano, estenuato e assai eccitante per me. Innanzitutto, quando ero sola in casa, a volte passavo interi pomeriggi e rimirare il mio corpo nudo. Dai 15 anni in poi capitava che aspettavo ansiosamente i miei fossero usciti (sono figlia unica e vivo solo con loro) per truccarmi pesantemente con rossetto, matita, ombretto, etc…Poi, sempre più eccitata, mi buttavo sul letto dei miei, dinnanzi ad un grande specchio ed iniziavo, lentamente, a spogliarmi in maniera integrale. Immaginatemi: i miei capelli erano sparsi a raggiera sul cuscino, io ero truccata come una prostituta da strada e ciò mi eccitava da morire, sostituendo l’immagine da fanciulla deliziosa che mi ero appiccicata addosso io stesso. Così rimanevo in topless ed iniziavo negligentemente a palpeggiarmi i seni come l’avesse fatto un amante appassionato, come fossi una pornostar. Mi masturbavo i miei globi e cercavo di avvicinare alla lingua i capezzoli contornati dalle meravigliose areole di cui andavo e vado tanto fiera: poteva darsi mi spalmassi sopra qualche crema o perfino della panna. Poi toglievo i jeans, rapita dall’estasi erotica che mi saliva dal ventre, o il gonnellino e sotto, come sempre, indossavo le calze di nylon. Non poche volte mi tolsi le mutandine per poi rimettermi nuovamente le sensuali calze al fine di vedere la mia fica nella trasparenza delle calze, imprigionata in quel tessuto tanto eccitante e da sopra ...
    ... iniziavo a titillarla lasciando che imperlasse di rugiada il tessuto. Lei si bagnava subito perché in quei lunghi pomeriggi avevo gli ormoni a mille e adoravo sentire le labbra bagnate sfiorate dall’aria. MI eccitava rigirarmi e guardare le mie forme allo specchio, mettermi quindi a pancia in giù e godere del copriletto che strusciava contro le mie labbra trasmettendomi brividi di piacere assoluto. Ben presto cominciavo ad avere il respiro affannato e a emettere qualche sospiro. Sorridevo allo specchio come fossi stata una puttana che aspettava il cliente e, liberatami anche delle calze, mi accarezzavo tutto il corpo come se dovessi sedurre girandomi e rigirandomi e ammirando ogni parte del mio corpo. Spesso mi mettevo in posce oscene a gambe aperte e all’aria, oppure in ginocchio fingendo di stare eseguendo un pompino magistrale: vedevo il mio buchetto posteriore e ovviamente mi spalancavo la rosa per osservarla meglio. Anche se allora lo avrei voluto tanto non inserivo oggetti estranei, essendo ancora vergine, ma non poche volte ricordo che misi la spazzola nel buchetto di dietro mentre davanti mi sfioravo il clitoride come una regina di peccati. Oppure inserivo, sempre dietro, un bell’evidenziatore o una biro piuttosto grossa, che riempisse le pareti delle mie viscere bollenti. Mi guardavo soddisfatta della mia bellezza e del mio essere porca. Dai 17 anni in su questi pomeriggi, prima non così frequenti, aumentarono perché la voglia cresceva e, specialmente prima del ciclo, non ...
«1234...13»