1. Mia figlia Monica


    Data: 14/08/2018, Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... dentro di lei. Si muoveva lentamente, per non attirare troppo l’attenzione dei rari passanti, che poi ignari non lo erano poi tanto, visto che ci stavamo baciando furiosamente.
    
    Le accarezzavo la schiena, fino ad arrivare a palparle il seno. Attraverso la stoffa leggera, sentivo i capezzoli turgidi ed eretti, come se tra loro e la mia mano non ci fosse niente. Avevo una voglia infinita di abbassarle le spalline’ e prendere in bocca quelle meravigliose caramelle’ Venne una volta, soffocando il grido dell’orgasmo sulle mie labbra. Rimase immobile a lungo. Si scostò un attimo, tenendo le mani intrecciate dietro il mio collo.
    
    ‘ Vieni anche tu o andiamo a casa? ‘ mi chiese.
    
    Feci finta di pensarsi un po’, ma per me ci sarebbe voluto più tempo per godere.
    
    ‘ Andiamo a casa, amore mio. Così saremo lontano da occhi indiscreti ‘ le risposi sottovoce in un orecchio.
    
    Si sfilò da me e rapidamente tirai su la cerniera di pantaloni. Ci dirigemmo svelti a casa. Una volta dentro, chiusi a chiave la porta, mi tolsi i pantaloni nell’ingresso (l’erezione c’era ancora), afferrai Monica, le sfilai il vestito e lei si tolse il tanga, la presi in braccio, le infilai di nuovo il mio cazzo dentro, e me la scopai una prima volta in piedi, appoggiata alla porta dell’ingresso. Io venni e lei urlò che mi amava. Poi, sempre tenendola in braccio, e restando dentro di lei, ci spostammo tempestivamente in camera, ci sdraiammo sul letto, senza nemmeno uscire dalla sua fica.
    
    Monica mi tolse ...
    ... la maglietta. Io ero di nuovo pronto, per cui riprendemmo da capo. Prima di addormentarci venni altre due volte. Smisi di contare le volte che era venuta lei.
    
    Lunedì mattina, verso le 9, partii con l’auto per tornare in città e naturalmente Monica venne con me. Non potevo né volevo lasciarla sola alla villa; mi sarebbe mancata troppo. Le chiesi di prendere solo un cambio di abiti e di biancheria, perché saremmo tornati l’indomani.
    
    Appena arrivato in ufficio, telefonai all’avvocato e lui mi diede il nome di un suo collega, rinomato divorzista che chiamai subito. Poi mi recai in banca, sempre accompagnato da mia figlia. Parlai col direttore e mi assicurò che avrebbe fatto tutte le verifiche necessarie.
    
    Usciti dalla banca, andammo a pranzo e poi potei dedicarmi a mia figlia. La portai dall’unico ginecologo che conoscevo. Ci presentammo e lui compilò la sua anamnesi. Poi le chiese di spogliarsi e di sedersi sulla poltrona ginecologica. Dopo aver messo i guanti, il medico introdusse dentro di lei le dita per la visitò manualmente. Osservò con occhio critico che era completamente depilata e che era abbondantemente presente dello sperma. Poi le fece qualche ecografia, prendendo varie misure.
    
    ‘ Bene signorina. Lei &egrave in splendida forma. Il suo apparato riproduttivo &egrave perfetto sotto ogni punto di vista. &egrave incredibilmente sviluppato per la sua giovane età e in ogni caso &egrave eccezionalmente predisposto per una maternità. Trovo assennata la scelta di un ...