1. Mia figlia Monica


    Data: 14/08/2018, Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... in giardino e mi avvicinai a Monica. Le strappai un auricolare e dissi: ‘ Va a vestirti, che usciamo.
    
    ‘ Papà’ dobbiamo proprio? ‘ in evidente imbarazzo.
    
    ‘ Sì, dobbiamo.
    
    Monica si alzò rassegnata e andò a fare quello che le avevo chiesto. Ritornò con una maglietta e dei pantaloncini che tutto sommato non le stavano troppo male ed io presi le chiavi della macchina.
    
    Mi avvicinai a mia moglie e la scrollai per attirare la sua attenzione.
    
    ‘ Io vado via per un po’ con Monica. Guarda che Stefano &egrave in mare. Ogni tanto dagli un’occhiata.
    
    Non so se l’avrebbe fatto, ma almeno l’avevo avvertita.
    
    Io e Monica salimmo in auto e ci dirigemmo verso il paese vicino, dove sapevo che c’era un centro commerciale abbastanza fornito. C’erano diversi negozi di abbigliamento, ma a me interessava solo quello di una nota catena di negozi con prezzi piuttosto modesti, ma con abiti di buona qualità ed un vasto assortimento.
    
    A Monica sembrò aprirsi un mondo nuovo. Passammo in rassegna ogni singolo abito, maglietta, pantalone, gonna. Lei ne scelse diversi e qualcuno io. Poi passammo ai costumi. Quelli li lasciai scegliere a lei. Ne prese due (piuttosto modesti e morigerati) ed io ne aggiunsi altri tre (più stringati e provocanti) e le chiesi di provarli. Prima indossò quelli scelti da lei: non erano brutti, ma non le stavano neanche benissimo. Poi indossò quelli scelti da me. Ed erano tutta un’altra cosa! La sua figura sottile e slanciata era messa in evidenza proprio dalla ...
    ... poca stoffa. I triangoli del reggiseno coprivano adeguatamente, senza essere coprenti del tutto. Aveva una terza scarsa e non aveva bisogni si sostegni.
    
    Li approvai tutti e tre e riuscii a convincerla di lasciare quelli che aveva preso lei in favore di altri simili a quelli scelti da me.
    
    Poi passammo all’intimo. E questa volta lasciò decidere a me, conscia che il mio giudizio era migliore del suo. Ne presi uno per ciascun modello esposto in ogni variante e colore, di quelli in pizzo, sapendo che a lei sarebbero stati più che bene.
    
    Monica era felice, consapevole che ora non avrebbe sfigurato con le sue compagne di classe, più disinibite. Riempimmo cinque grandi borse.
    
    Erano passate delle ore ed era sera. Ci fermammo a mangiare in una pizzeria. Mandai un messaggio a mia moglie per avvisarla che avremmo fatto tardi.
    
    ‘ Grazie papà ‘ disse sommessamente. ‘ Se non ci fossi tu, andrei ancora in giro con gli stessi abiti di due anni fa.
    
    ‘ Non c’&egrave di che, tesoro. Mi dispiace che tua madre si comporti così con te.
    
    ‘ Lo so. Con Stefano &egrave diversa. Ci scommetto che avrebbe preferito che fossi stata un maschio anch’io.
    
    ‘ Io no, Monica. Sono orgoglioso di te e lo sarò sempre.
    
    Poi guardai le ore. Era veramente tardi e io avevo bevuto un po’ troppa birra per poter guidare.
    
    C’era un grande albergo dall’altra parte della piazzetta quindi lasciai l’auto parcheggiata e andammo alla reception. Mi registrai e mi feci dare una camera con due letti. Mandai un ...
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