1. Mia figlia Monica


    Data: 14/08/2018, Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... prima.
    
    Mi alzai dal letto e andai in bagno a darmi una sommaria lavata. Almeno il mio cazzo non avrebbe puzzato di urina.
    
    Tornai in camera già senza vestiti e senza le mutande, così avrebbe visto il mio cazzo eretto in tutto il suo splendore. Buttai i miei vestiti sul letto vuoto.
    
    ‘ Sei sicura, Monica? Questo &egrave ciò che ti entrerà dentro. Non &egrave un cazzetto da ragazzini. &egrave il cazzo di un uomo. Di tuo padre. Sei sicura di riuscire a sopportare le conseguenze? Non solo fisiche, ma anche emotive?
    
    Non sono esageratamente grosso, ma ho comunque un cazzo di tutto rispetto (18 cm di lunghezza per 13 di circonferenza).
    
    ‘ Sì, papà. Ho capito cosa intendi. Mi fido di te e se sarai tu a farlo, sono sicura che non sentirò troppo dolore.
    
    Mi avvicinai ai cassetti, sperando di trovare dei profilattici. Non ce n’erano.
    
    ‘ Merda! ‘ sussurrai.
    
    Ma lei mi sentì.
    
    ‘ Cosa c’&egrave papà. C’&egrave qualche problema? ‘ chiese timorosa, quasi convinta che avessi cambiato idea.
    
    ‘ Non ho un preservativo.
    
    ‘ Non preoccuparti, papà. Non ho paura che tu possa trasmettermi delle malattie. E puoi stare tranquillo anche per quanto riguarda il ciclo. Mi deve arrivare tra tre o quattro giorni.
    
    ‘ Oh’ vedo che sei informata!
    
    ‘ Non sono stupida, papà. Posso sembrarlo, ma non lo sono. So come e quando si resta incinta e in questo momento non sono fertile.
    
    Meno male. Spensi la luce centrale e accesi l’abat-jour.
    
    ‘ Ma che saggia figlia’ ‘ dissi mentre mi ...
    ... stendevo accanto a lei. ‘ Allora, dimmi, cosa sai fare?
    
    ‘ So fare le seghe e i pompini. Ma non mi piace quando mi vengono in bocca. Mi viene il vomito e quel sapore schifoso mi resta in bocca a lungo anche se faccio i risciacqui con il colluttorio.
    
    Ok, non le avrei chiesto di bere il mio sperma. Non ora perlomeno.
    
    ‘ Va bene. Datti da fare, ora.
    
    Si chinò su di me. Prese in mano il mio cazzo come per prendere le misure.
    
    ‘ Sei grosso, papà. Uno così grosso non l’ho mai visto. Quello del cugino di Bea non &egrave neanche la metà del tuo.
    
    Poi avvicinò la bocca al glande e prese a leccarlo. Non era esperta, ma ci sapeva fare.
    
    A questo punto volevo assaggiarla.
    
    La presi per il sedere e me la tirai sopra il torace. Le spinsi le gambe al fianco della testa, in modo che le mie braccia fossero libere di agire. All’inizio si irrigidì, ma dopo qualche carezza sulla schiena, si rilassò. A quel punto avvicinai la lingua al suo sesso. Era ancora chiuso. Percorrendo tutta la sua lunghezza, iniziò ad aprirsi. Lappavo le grandi labbra, le succhiavo, inserivo la lingua nella sua fessura. Monica prese ad agitarsi sopra di me, sicuramente nuova a questo tipo di attenzioni. La sentivo ansimare sempre più forte, mentre la mia lingua faceva il suo lavoro e la accarezzavo dappertutto.
    
    Venne una prima volta, regalandomi i suoi succhi direttamente nella mia bocca. Le lasciai qualche minuto e poi ricominciai. Monica aveva dimenticato da tempo di farmi il pompino, ma io ero ancora ...
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