1. Mia figlia Monica


    Data: 14/08/2018, Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... restasse incinta proprio di Stefano.
    
    ‘ Veniva sempre quando non c’eri e se ne andava via con lui per 3 o 4 ore. Non ci avevo mai visto nulla strano. Quando erano insieme parlavano solo di lavoro. Non mi ha mai dato confidenza, ma ci salutava sempre a me e a Stefano. Poi si ritiravano nello studio per una decina di minuti e poi mamma se ne andava con lui dicendo che doveva spiegargli qualcosa.
    
    Non me la presi neanche più di tanto. Non avevo mai veramente amato Stefano. Non come amavo Monica (tralasciando quello che era successo durante la notte). Tra l’altro lei non versò una lacrima per l’abbandono della madre, né l’avrebbe fatto in futuro.
    
    Vabbé, era domenica e non avrei potuto fare niente. Il numero dell’avvocato ce l’avevo in ufficio. E per i soldi sottratti, devo dire che mia moglie &egrave stata piuttosto onesta. Avrebbe potuto benissimo portarmi via molto di più. Comunque avrei fatto fare una verifica patrimoniale dalla banca, per vedere se avesse preso qualcos’altro.
    
    Qualche ora dopo mi ricordai del regalo che avevo acquistato a Monica. Ne rimase estasiata e passai il resto della giornata con lei in giardino. Monica si era messa nuda a prendere il sole ed era bellissima come al solito, con la sua fichetta in bella vista. Non persi l’occasione di dirglielo e riuscimmo pure a fare l’amore stesi sul prato. Naturalmente le venni dentro, memore che non era in periodo fertile. Alla fine restai pure io nudo. Ad un certo punto Monica si buttò in piscina (sempre ...
    ... nuda) e quando uscì pochi secondi dopo il tuffo, i suoi capezzoli erano turgidi ed eretti. Me la scopai di nuovo, con lei a smorzacandela ed io sdraiato sul lettino.
    
    La sera uscimmo a piedi e cenammo al ristorante. Le chiesi di mettersi solo un tanga ed il vestitino che aveva messo la mattina, senza il reggiseno. Mentre eravamo seduti a tavola, uno di fronte all’altra (con il favore delle lunghe tovaglie), mi sfilai uno dei sandali e allungai il piede sulla sua fichetta. Quando sentì il mio piede, Monica allargò le gambe. Riuscii ad infilarle dentro l’alluce. Lo toglievo e lo rimettevo dentro, dopo aver stuzzicato il clitoride. Ad un certo punto divenne tutta rossa e respirava veloce, ma non pronunciò una parola. Avevo riconosciuto che aveva avuto un orgasmo.
    
    Finimmo di mangiare ed uscimmo per una passeggiata. Ci tenemmo per mano, con le dita intrecciate, poi ci abbracciammo, sempre continuando a camminare. Arrivammo ad un punto dove non c’era nessuno. Mi sedetti su una panchina e Monica mi salì in braccio, con le gambe ai lati dei miei fianchi. Riuscii ad abbassarmi la zip dei larghi bermuda che indossavo senza neanche aver messo gli slip. Il mio vanto, che per buona parte della serata era stato mollemente pendente, ora svettava libero tra i nostri addomi. Monica se lo sentiva addosso e capivo che gradiva perché la sua fichetta prese a bagnarsi. Si sollevò leggermente, facendo leva sulle ginocchia, si spostò il tanga da un lato e il mio cazzo si infilò dritto dritto ...
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