1. Club Privè – 1 – Introduzione


    Data: 04/08/2018, Categorie: Sensazioni Autore: Swann, Fonte: RaccontiMilu

    ... nulla di lui’ E chissà in che posto m’avrebbe accompagnato?
    
    Non so’ ero irrequieto’
    
    Soprattutto, l’immagine che mi ero creata nella mia mente di quel fantomatico club privè era assai vicina ad un bordello, ad un night sfigato’ Mi immaginavo di capitare in qualche scantinato fatiscente circondato da papponi e da grasse puttane di colore’ pagare una cifra allucinante per poi nemmeno riuscire a scoparmi una donna’
    
    In altre parole, ero già pentito d’aver accettato quell’invito!
    
    Ero immerso in questi pensieri quando la voce del mio Virgilio mi riportò alla realtà:
    
    – Possiamo andare! Sempre che non abbia cambiato idea
    
    Voltandomi lo vidi scendere gli ultimi scalini della ampia scala che portava al primo piano.
    
    Vestito di tutto punto non sembrava più lui: aveva indossato un vestito blu chiaro, con camicia azzurra Oxford e mocassini carta da zucchero. Ora faceva tutta un’altra impressione rispetto a quando indossava la ‘divisa’ da cameriera.
    
    La sua corporatura magra ed affilata, poi, faceva cadere a pennello le spalle della giacca, attribuendogli un aspetto ancor più delicato e fragile, che tuttavia non avrei potuto definire effeminato.
    
    – Certo che non ho cambiato idea! ‘ Risposi finalmente sorridendo ‘ Non mi rimangio mai la parola data.
    
    – Bene, allora andremo d’accordo!
    
    Si stava già volgendo verso la porta quando lo fermai afferrandolo per la manica destra:
    
    – Solo una cosa: come ti chiami? Non te l’avevo ancora chiesto’
    
    La smorfia delle sue ...
    ... labbra, un misto di dolcezza e di sarcasmo, m’è rimasta impressa: – E’ lei che paga’ Mi chiami pure come vuole lei’
    
    Mi piaceva quel ‘lei’ così accentuato: – Allora per stasera tu ti chiamerai Virgilio, ok?
    
    – Ok, mi piace’ molto poetico’
    
    – Andiamo?
    
    – Andiamo
    
    Finalmente uscimmo. Notai che non aveva nemmeno provato a chiedere il mio nome. Non sapevo come interpretarlo: indifferenza? Timore? Sentimento di inferiorità nei miei confronti? E perché?
    
    Quella sera ero eccessivamente riflessivo, ma presto la sua gentilezza mi aiutò a rilassarmi.
    
    Dopo aver camminato 5 minuti eravamo giunti ad un garage da dove aveva tirato fuori una vecchia BMW blu scuro, piuttosto malconcia, i cui sedili imbottiti e foderati di velluto mi avevano riportato all’infanzia, all’auto di mio nonno. Ora quei sedili morbidi e spessi non li fanno più’
    
    Una volta in macchina iniziammo a parlare del più e del meno: lui non era di Torino, ma era della provincia, di un paese di cui non ricordo il nome ma che mi disse essere piuttosto deprimente. La crisi economica aveva fatto chiudere le industrie nella zona e di conseguenza anche la trattoria in cui lavorava era stata costretta a licenziarlo. Per non passare le giornate alla Playstation come molti suoi amici aveva deciso di spostarsi in città e farsi assumere nell’ hotel, ma non gli piaceva molto..
    
    I titolari eran gente di merda, antipatici e maleducati: lo sfruttavano per poi sottopagarlo, ma per ora non riusciva a trovare di meglio, ...
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