1. PussyBoy - cap. I


    Data: 27/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... ridicola ed ebbi l'impulso di scappare. Non era il mio genere! A me sarebbe piaciuto prima palpare quel magnifico animale, eccitarlo e spogliarlo pian piano, sentirglielo ingrossarsi in mano, strusciarmi addosso... Pazienza, trattenni un sorrisino ironico ed accettai di giocare come voleva lui. “Prima i cinquanta.”, dissi.
    
    “Ho solo un pezzo grosso.” Mi mostrò una moneta da un euro. “Hai da cambiare?”
    
    “No.” risposi tastandomi istintivamente i calzoncini senza tasche.
    
    “E adesso come facciamo?” Chiese ironico.
    
    Incominciava a piacermi, al telefono non era così stronzo. “Mi paghi adesso anche per la prossima volta.”
    
    “E se non vieni? Come faccio a fidarmi d'una puttana?”
    
    Cedettero le ginocchia. Lo adoravo. Glielo presi in bocca timidamente, toccandoglielo solo con la punta delle dita. M'artigliò il ciuffo sulla fronte e mi strappò indietro la testa, tenendomela ben ferma col braccio teso. “No, frocetto ciucciacazzi, me lo succhi dopo! Sai cosa ti meriti ora?”
    
    Ero intontito, ma non abbastanza da non capire che l'amico s'eccitava troppo con le parole; lo facevano sentire forte e potente. Lo guardai negli occhi e me ne fregai d'essere ridicolo: “Sono la tua troia, m'hai pagato, puoi farmi quel che vuoi...” Gli fremette la mano. Esagerai: “Violentami in culo col tuo cazzo da cavallo, lo merito, sono frocio...” Si poteva fare, m'ero preparato ed unto per benino a casa.
    
    Mi trascinò per i capelli fino in camera, obbligandomi a gattonargli dietro. Aveva le natiche ...
    ... muscolose, incavate sui fianchi, ed uno stemma tatuato sulla spalla: uno dei migliori leoni che avessi mai avuto. Inciampai, o finsi d'inciampare, e finii disteso sul pavimento abbracciato ai suoi scarponi. Si voltò bestemmiando e sfilò un piede: mi schiacciò la testa contro gli anfibi, poi mi fece rivoltare sulla schiena e premette la pianta del piede sul volto. Leccai e baciai immediatamente. Ma ero io? Che cazzo stavo facendo? Succhiai addirittura le dita e fu per me meglio d'una scopata in gola quando mi spinse in bocca il suo quarantaquattro. Ero suo.
    
    Mi risollevò: lo eccitava tenermi per i capelli. Mi morse le labbra, leccò la guancia, mi chiamò frocio e mi baciò, mentre mi ravanava palle e cazzo. Era più alto di me e mi superava di venti chili: tutti muscoli, cosce e coglioni pieni di sborra. Glielo strinsi sciogliendomi in calore: pulsava nella mano. Mi penetrò in bocca con la lingua; godetti come violentato. Io l'abbracciai in vita tirandomelo contro; m'abbrancò al culo affondando le dita. Mi scollai per riprendere fiato.
    
    Mi spinse indietro contro la parete e sfregò il cazzo contro il mio, dal basso verso l'alto fino allo stomaco, premendo forte; mi palpò sotto la t-shirt ed i calzoncini, “sei liscio come una puttana”; m'afferrò al viso con entrambe le mani e mi sputò in bocca. E baciò ancora.
    
    Mi rigirai nella sua stretta e finalmente lo sentii contro il culo. Spinse a lungo contro i calzoncini mandandomi all'ultimo stadio della puttanaggine, quando supplichi ...