1. PussyBoy - cap. I


    Data: 27/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... certo resto tutto il tempo che ci vuole, ma mi offri da bere, ahahah... okay, a domani, sei il migliore...” A loro dissi ch'era un rompiballe che doveva fare un lavoro per i miei.
    
    L'avrei mandato fanculo, se non avessi avuto una voglia maledetta! E poi era davvero figo. Prima d'uscire avevo ricevuto un paio di sue foto mozzafiato: una allo specchio, a torso nudo e pantaloni della mimetica slacciati fino al pube, l'altra con il primo piano di un megacazzo accostato ad una bomboletta di schiuma da barba. Aveva il fisico asciutto e ben scolpito, muscoloso come piace a me nei maschi alfa, ed il cazzo nodoso e largo, con la cappella che avrei spompinato anche dopo una maratona di venti chilometri.
    
    Stressava troppo però! Spaccamarroni e pure ficcanaso, mi tempestò di messaggi mentre ero ancora con gli amici, domandandomi delle ragazze che avevo avuto, e degli uomini, e quante fighe e quanti cazzi, quando la prima trombata il primo pompino e il primo cazzoinculo, cosa avevo fatto e cosa mi avevano fatto, quanto ero cagna, che cazzo mi piaceva e che cazzo non mi piaceva... Rispondevo agli sms attento che gli altri non leggessero e, soprattutto, non notassero la mia erezione.
    
    Una volta a casa decisi di giocare al rialzo: gli mandai una serie di messaggi che nemmeno una troia a digiuno di cazzi da settimane si sarebbe mai sognata di scrivere. E lo chiamai io, più volte, di notte e di mattina presto. Fu un'escalation di promesse. Per soli cinquanta miseri centesimi gli ...
    ... regalavo bocca e culo e sarei stato la sua puttana tutto il giorno; lui aveva licenza di stupro e di sborrare dove voleva, ma anche baci alla francese, sessantanove e tutte le porcate che si fanno nel mondo; poteva bendarmi, incaprettarmi e provare su di me l'intero repertorio dei video su cui si segava; poteva scoparmi anche coi suoi amici... ormai deliravo, ci mancava solo che gli concedessi di portarmi in caserma per darmi in pasto ad un branco. M'ero eccitato da morire, porca troia!
    
    A questo punto credo che Daniele temesse il bidone. M'ero spinto troppo oltre e, in effetti, ebbi davvero qualche esitazione prima di salire in auto. Eppure alle quindici in punto suonai al cancelletto di un grazioso villino, puntuale come un esattore. Attesi forse un minuto: sicuramente mi stava osservando. M'ero messo in tenuta da jogging; le gambe nude sotto dei calzoncini appena attillati. Non avrei potuto scegliere niente di meglio per lui: ero sportivo, abbronzato maschile e scopabile. Ma cominciai a temere io d'essere bidonato: non apriva. Mi grattai al torace sollevando la maglietta sugli addominali e mi voltai di spalle, come se controllassi chi passava in strada. Finalmente il citofono gracchiò: “Entra.”
    
    M'aspettava in piedi nella penombra completamente nudo, a parte gli anfibi slacciati ai piedi ed il cock ring alla base dei venti centimetri già inalberati. Sul megaschermo del televisore, con l'audio al minimo, due neri si stavano ingroppando ansimando piano. Trovai la situazione ...