1. Bluetooth


    Data: 18/08/2023, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... dice: vai al cesso e infilati questo affare nella fica, tu prendi e vai senza battere ciglio, ok?
    
    – Ok.
    
    – Fatto questo, torni al tuo posto e lui si fa dare il tuo telefono e riprende questo video. Arrapante, non discuto. E anche tu dovevi essere parecchio arrapata, a giudicare dalle immagini. Gioca con te, si diverte, fa lo spiritoso, poi si riprende tutti i giocherelli suoi e ti riaccompagna a casa?
    
    – Sì, è così.
    
    – E non fate mai sesso? Non ti ha scopata mai mai mai? Nemmeno un pompino?
    
    – Esatto, non mi ha scopata mai. Cioè, una volta mi ha fatto un ditalino in macchina…
    
    – Un ditalino? In macchina?
    
    – Sì, poi mi ha fatto succhiare il dito…
    
    – Ah beh, allora è amore…
    
    – Ma no, scema, stavo finendo di raccontare…
    
    – No, ok, non è questo che… Insomma, Annalì, è strano, no? Non lo vedi mai eppure gli svieni dietro, sbavi… Che tipo è? Cosa vuole da te? Perché fa così? E tu perché fai così?
    
    – Non lo so – rispondo cercando di organizzare un discorso – la verità è che non lo so. Lui dice che sono troppo giovane per lui, anzi dice che sono troppo piccola, dice che sono già sua… ma io, se dovessi dirtelo, non so che cazzo ci trovo, non saprei spiegartelo perché mi prende così. Mi attrae, è una cosa irresistibile. Comunque non scodinzolo…
    
    – Non è che è sadico? Impotente? Tutte e due le cose magari? Succede, sai? – si intromette Trilli – sembra strano anche a me che uno ti faccia passare una serata così e poi non succede niente. Fosse la prima volta, ...
    ... poi…
    
    – Impotente direi proprio di no – replico – non mi pare proprio…
    
    Impotente non me la sentirei proprio di dirlo.
    
    Era venuto a prendermi con il suo Suv Bmw che sapeva di nuovo, e con quello mi ha riaccompagnata. Ancora mezza stravolta gli avevo chiesto speranzosa “dove mi porti?” e lui mi aveva risposto “a casa”. Sapevo che, come sempre, non intendeva a casa sua, ma a casa mia. Anzi, un po’ più lontano, per non crearmi imbarazzi. Come sempre. Ero delusa, come sempre. Ogni volta mi illudo e ogni volta finisce così. Gliel’ho già chiesto un paio di volte, il perché. Non mi andava di richiederglielo. Lui però – forse ha ragione Trilli, un po’ sadico deve esserlo – aveva deciso di giocare con la mia delusione. “Vuoi farti prima un altro giretto?”, mi ha chiesto. E io nemmeno ho parlato, ho solo annuito. Ma non ero mossa tanto dal desiderio di riprovare quel coso, quanto dal bisogno di dirgli di sì, di assecondarlo. Credo che lo asseconderei su qualsiasi cosa. Anzi, più che crederlo, lo temo.
    
    Avevo bisogno di sentire la sua voce che mi chiama “puttanella”. Lui mi chiama sempre così, puttanella. O “zoccoletta”. Più raramente “troietta”. Mai, comunque mai, Annalisa. E io ogni volta mi sciolgo, è quasi un orgasmo. Lui, un uomo con il doppio dei miei anni, e io, la sua puttanella. Il cervello mi va in pappa quando ho questo pensiero. Mi va molto prima in pappa il cervello che la fica, per intenderci. Forse qualche ragazza mi può capire.
    
    Mi ha portata in un posto isolato. ...