1. The gift: Episodio 5 Vajhì erev vajhì boker


    Data: 18/08/2023, Categorie: Sentimentali Autore: PabloN, Fonte: EroticiRacconti

    Ecco, il giorno è giunto. Il giorno dei giorni. Non sono pronto. Non lo sarò mai.
    
    Ho chiesto le chiavi della casa a Chiara. Ho bisogno di un momento di intimità con questo luogo, con le sue mura. Bisogno che mi sostenga. Sarà il nostro ultimo incontro e voglio che sia un ricordo dolce.
    
    Percorro le sue stanze, le osservo. Scopro i mobili coperti da lenzuola a proteggerli dalla polvere e dall’umidità. Ne aspiro l’odore, antico e famigliare. Generazioni hanno percorso queste stanze, aperto e chiuso questi cassetti. Quali segreti nascondete, ditemi? Gli oggetti ci sopravvivono, in apparenza inerti. Ma dentro di sé nascondono drammi e gioie, se solo sapessimo interrogarli.
    
    Apro la stanza di Chiara. La rivedo bambina con i suoi vestitini leggeri dell’estate, le ginocchia perennemente sbucciate colorate del rosso del mercuro cromo.
    
    Ragazza, in aura dorata di un mattino lontano, nel sole che irrompe dalle finestre aperte e le fa brillare occhi e capelli come l’aureola di una santa, ma con lo sguardo di una peccatrice innocente.
    
    Richiudo.
    
    La stanza dei suoi genitori. Persone tutte d’un pezzo, di altri tempi. Hanno sofferto quando Chiara gli ha presentato Luisa. Ma non per moralismo, questo no. In fondo qualche progetto su futuri nipoti lo avevano fatto.
    
    Chissà che direbbe oggi suo padre di tutto questo. Non avrò modo di saperlo purtroppo.
    
    La madre, se soffre, lo tiene per se. Saprà? Impossibile dirlo.
    
    Alle dieci il camion si ferma davanti il cancello. ...
    ... Apro, percorre il vialetto sollevando una leggera polvere bianca.
    
    Si apre il cassonetto. Il letto è li, posto su un fianco, fissato da funi.
    
    Non me la sono sentita di farlo sul letto dei suoi. E poi voglio che sia solo nostro. Avrò pur diritto all’esclusiva no?
    
    Lo portiamo nella sala. Ho già provveduto a spostare i mobili e fargli spazio.
    
    Ecco, la testa rivolta verso la grande porta finestra che accede al giardino. Una delle cose che più ho amato di questa casa.
    
    E poi il materasso. E le lenzuola. Lo preparo con calma. Lo guardo come per cercare di farmelo amico. Si può fare amicizia con chi ti conduce a morte?
    
    Forse sono un po’ melodrammatico. Meglio mi dia un contegno.
    
    Non mangio, non ci riesco. La mattinata passa e l’ora dell’arrivo di Chiara si avvicina. Abbiamo appuntamento alla stazione, alle 16. Luisa non ha voluto venire. La capisco. Mi ha mandato un messaggio: “ Ti affido la mia felicità . Abbine cura, ti prego”. Non ha mai avuto un tono così dolce con me.
    
    “La tua felicità è la mia. Non potrei farle del male, e nemmeno a te”.
    
    Più niente. Troppa confidenza potrebbe fare male, per ora fermiamoci qui.
    
    Eccola, scende dal treno, mi vede. Trattengo l’impulso di correrle incontro e abbracciarla. Anche lei sembra frenata. Non ci siamo mai vergognati di noi, abbracciarsi e toccarsi era normale. Questo è solo il primo dei cambiamenti cui mi dovrò abituare.
    
    Mi raggiunge e bacia sulla guancia. Ricambio.
    
    “ Come è andato il viaggio? Tutto ...
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