1. Ordinarie banalità quotidiane ai tempi del coronavirus


    Data: 16/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: jacdap, Fonte: Annunci69

    ... mi facevano soprassedere dal farmi problemi. Non facevamo più molti preliminari; si andava quasi sempre subito al sodo e lui godeva sempre in modo molto sonoro tanto che mi veniva il dubbio che sentissero dalla strada...
    
    Poi è arrivata la quarantena coatta con lui a casa tutto il giorno... Non ho più appieno i miei spazi, soprattutto i miei tempi e mi dà fastidio dover spiegare cosa sto facendo. Arriva ogni tanto qualche scazzo reciproco... la convivenza piena se non si è innamorati mostra i suoi limiti... ma forse poi non è neanche vero che non sono innamorato... mi piace svegliarmi al mattino con un culo caldo su cui appoggiare il cazzo duro e poi aspettare che si svegli oppure svegliarlo mentre sto levandogli gli slip e completare il risveglio girandogli nel culo un dito con un po' di gel completando poi l'operazione col mio randello sul fianco con sua gamba ripiegata in avanti o sollevata in alto o col suo piede sulla mia coscia oppure ancora prendendogli i fianchi sottili e portandomelo sopra finendo comunque quasi sempre alla missionaria guardando il suo viso estatico il che mi gratifica molto... mi piace portargli il caffè a letto e sbaciucchiarlo mentre lo beve e mi piace sfregargli il cazzo sulle chiappe mentre sta lavando i piatti... poi abbassargli i calzoni e fottermelo lì magari con un filo di last al limone per farlo scivolare meglio... e mi piace tormentarlo mentre è intento a guardare qualcosa che gli interessa in televisione finché lascia perdere e prende ...
    ... lui l'iniziativa... non so, forse è solo perché è giovane e la cosa mi inorgoglisce un po', forse gli voglio solo bene perché è evidente che lui ne vuole a me, o forse dico che non sono innamorato perché non voglio ammetterlo...
    
    Da quando si è segregati coatti, lui non è mai uscito. Sono io a portare via la spazzatura, andare all'edicola e fare la spesa.
    
    E' estraniante vedere le strade senza auto, terribilmente alienante incontrare le persone immascherinate e inguantate che ti guardano a distanza contingentata come se potessi essere un potenziale untore, sfibrante il negretto che ti rincorre in bici (rubata?) per chiederti un euro, quasi patetico lo sguardo sospettoso e impaurito della cassiera al supermercato... E' strana, ma un po' riscalda e conforta, la percezione che si prova di una comunità in pericolo ed è kafkiana la dolente simpatia per i rider che portano a casa le spese on line sulle loro bici macilente ora padroni delle strade e promossi da schiavi post-moderni a "servizio essenziale" ma con la paga di merda di sempre.
    
    Poi l'appuntamento davanti alla tv con l'aggiornamento della protezione civile. Tanti contagiati, tanti guariti, tanti morti... tra questi anche miei amici... Si parla dei morti come di un vago insieme, la variabile di una statistica, e non si pensa che ognuno di loro era una persona coi propri pensieri, colla propria vita qualunque sia il senso che si vuol dare a questa parola. E nel tentativo di pensarli ognuno col suo viso e la sua voce ...