1. Acciaio incandescente


    Data: 18/07/2018, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: Ashara, Fonte: RaccontiMilu

    ... tavolo, le melodie dell’orchestra, gli occhi metallici e pericolosi della donna e le proprie assurde reazioni.
    
    Aveva evitato di guardarla fino a quel momento ma ora, inesorabilmente, i suoi occhi cercarono il volto imbellettato e i suoi visceri ricevettero una ormai familiare ma non per questo meno sconvolgente stilettata quando colse la donna che guardava dalla sua parte. Lei si pulì educatamente le labbra con un fazzoletto e rimase immobile. Non si voltò, come i commensali, ad osservare i musicisti che iniziavano in quella a suonare alla sua destra: da quando giocavano a quel gioco, dalla prima cena, aveva sempre guardato Sandro, solo Sandro, affondando i coltelli incandescenti dei suoi occhi sul volto dell’emigrante, coprendone il corpo di un immaginario velo di lussuria sotto il quale le iridi grigie si muovevano libere e padrone di tracciare la pelle come un marchio arroventato.
    
    Col cuore in gola e il basso ventre in subbuglio Sandro faticava a respirare. Com’era possibile che uno sguardo facesse un effetto così sconvolgente? Com’era possibile che un paio di pupille bloccassero i suoi polmoni e liquefacessero le sue viscere a quel modo? Il desiderio pulsava nel suo inguine impazzito, un desiderio inspiegabile e assurdo perché rivolto ad una donna, una donna sgraziata per giunta!
    
    Fece per alzarsi e vacillò col sedere a mezz’aria prima di ricadere sulla sedia e rendersi conto di quanto il tessuto ruvido dei pantaloni fosse ormai bagnato oltre l’orlo delle ...
    ... mutande, tra le cosce, e si appiccicasse alla pelle. Cercò di sistemarsi ma il movimento fece sì che una cucitura premesse sull’inguine già gonfio di desiderio.
    
    Stava impazzendo. Non c’erano altre spiegazioni.
    
    Cercò di prendere un respiro profondo nonostante le fasce strette intorno al torace, chiuse le palpebre e le riaprì dopo qualche istante in tempo per vedere lei che si alzava e si muoveva con passo pesante verso l’uscita della sala da pranzo.
    
    Le osservò la schiena mentre camminava, ora che i suoi occhi magnetici erano celati: le spalle troppo larghe e squadrate, la vita non abbastanza fine, i fianchi stretti e sproporzionati al resto sotto le crinoline, il suo incedere troppo sicuro e così poco femminile…
    
    E all’improvviso, come un lampo, arrivò l’intuizione.
    
    Scattò in piedi e seguì la figura vestita di rosa all’esterno.
    
    Una falce di luna splendeva nel cielo rischiarando una striscia di mare altrimenti di un blu così profondo da essere quasi nero, liscio come non era mai stato da quando erano partiti.
    
    La sagoma chiara che stava seguendo era evanescente come quella di un fantasma nelle luci notturne, basse e fioche: la vide all’ultimo infilare la scaletta esterna che portava al ponte di prima e la seguì diminuendo la distanza che le separava.
    
    Colse l’orlo del suo vestito che svoltava dentro il primo corridoio e con un balzo bloccò la porta prima che si chiudesse. Doveva sapere, sapere e se aveva ragione estinguere la sete che quegli occhi di metallo ...
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