1. 006 i vespri e le oscenitÀ' della sborra


    Data: 16/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... ring – ritenne inutile i miei incontri con i coetanei, e per vagliare le mie prestazioni mi invitava sovente in incontri serrati con lui. All'inizio la mia rabbia era tale da sferrare pugni funesti che il mio stesso istruttore mostrava serie difficoltà a tenere a bada. Col tempo imparai ad essere più leale a scapito del mio setto nasale. Mi piaceva sanguinare.
    
    Ero molto ammirato dal corpo docenti e non nascondo che molti di loro mi mostrarono attestazioni di stima venendo ai bordi del ring per osservarmi. Dopo gli incontri costoro entravano sul ring e tra una pacca sulla spalla ed un buffetto, non mancavano di tastarmi le natiche od il pacco. Vedermi sanguinare o col viso tumefatto, dovevo suscitare in loro strani desideri, poiché mi invitavano a fargli visita presso le loro stanze dopo cena, e a giudicare dal modo con cui costoro si toccavano il genitale, capire le loro intenzioni non era affatto un’operazione complicata.
    
    Ammetto che tanta ammirazione, tanto suscitare in loro ogni desiderio carnale, animava la mia vanità e la prospettiva di saziare i loro appetiti che trascendeva l’età anagrafica. Più vecchi erano, più apparivano voraci di carne sanguigna. I vecchi promettevano grandiosi amplessi.
    
    Ma dopo cena, io avevo incombenze ben più gravose da sbrigare in refettorio.
    
    Va detto che tanta benevolenza da parte di questi vecchi e maturi tutori verso un giovane allievo dell'istituto, non era così scontata in quel luogo. Tutt'altro. Costoro erano con gli altri di ...
    ... una severità inaudita. Se qualcuno dei ragazzi veniva colto a canticchiare sulle note di Gloria Gaynor o a simulare le coreografie dei Village People, veniva trascinato dietro la porcilaia e battuto con fuscelli intrecciati di giunco fino a quasi spezzargli gli arti. Agonizzanti i ragazzi venivano poi lasciati sdraiati in porcilaia per giorni fino all’arrivo del dottore. Non vi era alcuna empatia nei confronti del dolore fisico da parte di questa gente. Io dietro la porcilaia non ci sono mai stato. Fu una fortuna. Tranne una volta, ora che ci penso bene, quando il vizioso docente di latino mi ci costrinse ad andarci con lui dopo una partita di rugby. Dietro la porcilaia vi era un recinto di pochi metri quadri con attorno una robusta staccionata e lo spazio era cosparso di calcinacci. Agitando un bastone il vizioso docente mi comandò di cacare.
    
    Si. Cacare.
    
    Egli volle osservare e masturbarsi, e godere della vista di un ragazzone nel pieno della forza dei propri anni accucciato su di un cumulo di calcinacci nello svolgere l’atto di fare la cacca.
    
    Avevo imparato a non badare troppo alla mia dignità, pur di non essere percosso. Compiere quell'atto era qualcosa di empio, di terribile, di turpe.
    
    Ma il docente non era più dissoluto di altri.
    
    Deliberatamente la dissoluzione di tutti i docenti si esplicava dopo i vespri.
    
    In refettorio.
    
    Ecco cosa accadeva in refettorio.
    
    In refettorio non si cenava se non dopo l’arrivo del direttore, che si faceva attendere mentre ...
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