1. 006 i vespri e le oscenitÀ' della sborra


    Data: 16/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... cresceva l’appetito e una strana ansietà da parte di noi ragazzi. Il direttore era un uomo corpulento, dai labbroni lascivi e con due grossi occhi sporgenti. Il suo ingresso era solennemente annunciato dal suono di una grossa campana, montata alle spalle del lungo tavolo, cui andava a sedersi con altri dodici prescelti precettori. Il direttore era un uomo assai zelante ma all’ora di cena quest’individuo esibiva una vanità smodata. Spesso si presentava in abito talare con tacchi alti e di colore rosso come una vecchia mignotta.
    
    Tutti ridevano, lui compreso, e tutto assumeva l’atmosfera gioconda e goliardica tra quegli individui.
    
    Dopo il dessert la campana veniva fatta nuovamente risuonare ed in refettorio si scatenava l’inferno.
    
    Noi ragazzi dovevamo dunque allietare il dopocena di questi signori. All'ulteriore suono della grossa campana questi tutori apparivano impazziti all'unisono. Si svestivano alla meglio e si lanciavano sulle tavolate e i ragazzi sapevano cosa toccava loro in sorte.
    
    Quelli come me giunti in istituto da poco tempo venivano esortati ad approssimarsi a questi maiali a suon di cinghiate mentre i veterani sapevano esattamente cosa compiere.
    
    Spesso dovevamo offrir loro i piaceri della bocca. Si dovevano baciare, si dovevano sbocchinare, si doveva praticar loro delle accurate pulizie intime a colpi di lingua. Molti di loro erano avanti con l’età, erano impotenti e per cui a loro andava più che bene che i ragazzi colmassero questo loro handicap ...
    ... praticando affannosi rimming. Questi scellerati salivano sui tavoli e noi dovevamo affrettarci a salirvici con loro, a sollevare gli orli dei loro abiti. Ci esibivano culi flaccidi entro cui andavamo ad annegare lavorandoli dovutamente fino agli spasmi del retto.
    
    Non era facile. Non tutti praticavano una corretta igiene intima e ricordo che era davvero difficile stare nel mezzo di due natiche flaccide con la lingua confitta in un immondezzaio. Molti ragazzi pativano con conati mal trattenuti eppure andava fatto. Chi per fortuna riusciva a trovare tra quel florilegio di culi un buco degno e ben mondato, allora vi ci si incollava e si sperava che non fosse richiesto un cambio di turno.
    
    Dagli altri culi si migrava in tutta fretta verso culi meno ammorbanti e ricordo che ci si doveva prendere a scazzottate per chiedere asilo presso un culo gustoso e pulito, cui ammassarci come api nelle arnie.
    
    Per fortuna non tutti erano dei vecchi flaccidi. Buona parte di loro era di età matura e questi non sempre potevano dirsi soddisfatti delle sole lavande anali, che pure mostravano di gradire in somma misura, ma assuefatti dalle pulsazioni anali, questi spesso si voltavano e passavano di gola in gola a sfasciarci le polpe orali a colpi di cazzo.
    
    Il direttore troneggiava invece su quella baraonda sfrenata e se ne stava spesso sdraiato sul proprio tavolo, e si reggeva le cosce svettanti coi tacchi a spillo mentre alcuni prescelti dovevano darsi un gran da fare a leccarne il buco, i ...
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