1. Benedetta rosa


    Data: 01/07/2023, Categorie: Lesbo Autore: Ffransis, Fonte: Annunci69

    ... vita di rinunce e silenzio, la apparente devota Benedetta era adagiata sul lettino della sua cella
    
    spoglia, piccola e indubbiamente gelida.
    
    Le dita avanzavano imperterrite al suo organo riproduttivo solo in teoria.
    
    Si morse leggermente un lato delle labbra, chiuse gli occhi, emise un profondo respiro. Cercò di allontanare la mente, ma la sua mano iniziava a sfiorare il suo seno e immaginava che era la sua. La sua mano, che troppo spesso aveva guardato con desiderio, che troppo spesso aveva sognato che la sfiorasse. E ora, ad occhi chiusi, immaginava che sia lei. Lenta e calda, delicata e leggera ma anche piena di desiderio.
    
    Rosa si trovava a quattro celle distante.
    
    Era seduta al bordo del letto con le mani in grembo. I pensieri bussavano prepotentemente. L'unico modo per tenerli in attesa (lo voleva davvero?), era quello di toccarsi.
    
    Il respiro si faceva sempre più profondo.
    
    Le dita passavano sull’attaccatura del seno, non avevano fretta, sapevano che più aspettavano a toccarla realmente, più sara eccitata. Pian piano si facevano spazio nella scollatura della maglietta. Iniziavano a fare dei cerchi intorno al capezzolo.
    
    Ma senza toccarlo, volevano farla soffrire. Volevano che il suo desiderio aumenti. Far soffrire la mente per ringraziare il corpo dopo.
    
    Si tolse la maglietta, faceva freddo ma non le importava. Voleva vedere bene il suo corpo muoversi e contorcersi. Voleva il petto gonfiarsi ad ogni respiro, la schiena inarcarsi, i capezzoli ...
    ... diventare duri e la pelle eccitarsi. Si accarezzò, forte e con decisione il seno e la pancia.
    
    Richiuse gli occhi. Voleva che Lei fosse qui. Ora.
    
    Come in una scena divina, il desiderio, di Rosa, giunse a Benedetta attraversando il freddo corrido. Si materializzò alla sua porta, ma non lo fece entrare. Ella si alzò e aprì la porta. Si fece scortare dal desiderio fino alla cella di Rosa.
    
    Era lì davanti lei. Ora che la vedeva bene, senza il copricapo, notava che aveva degli splendidi capelli lunghi di un castano chiaro. Il suo volto non sembrava affatto segnato dalla privazione. Era sulla quarantina. Quindici anni più di lei. Le piaceva molto.
    
    "Siediti", le disse Rosa.
    
    Benedetta fece come richiesto. Non appena si mise seduta affianco alla giovane, Benedetta fu attraversata da scosse. Il cuore trottava nel petto. Il respiro aumentò di intensità. Guardò nei suoi occhi. Gli stessi occhi che aveva visto sempre e solo fugacemente. Adesso che li ammirava da vicino, ci si perse dentro.
    
    "Sei molto bella. Giovane. Un dono".
    
    "Ti prego baciami adesso", implorò Rosa.
    
    Benedetta indugiò per un attimo. Poi abbandonò le labbra sulle sue.
    
    Rosa sentiva l’umidità della sua lingua nella sua bocca, le sue mani cominciavano a toccare i suoi seni, la sua lingua la sentiva muoversi nella sua bocca, la succhiava, mentre le sue mani passavano dai suoi seni e scendevano lungo i suoi fianchi. La sua lingua passava lungo il suo collo, e scendeva fino ai seni, con la punta li accarezzava, e ...