1. Liberazione


    Data: 07/06/2023, Categorie: Trans Autore: Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti

    ... stupirsi dunque se Ana lo prese per il braccio per spingerlo in mezzo ai tavolini, ma quello invece di resistere rigido, piegò il gomito portandoselo sul ventre, e tirandosi lei addosso.
    
    Per un attimo furono occhi negli occhi come se dovessero baciarsi, e Ana ebbe i brividi, davanti alla mancanza di emozioni dell'altro, come guardare nella bocca aperta di uno squalo.
    
    Tutto in un solo attimo, poi un lampo di dolore, come se con un solo movimento gli avesse strappato i tendini dell'avambraccio, fu costretta ad abbassarsi quasi in ginocchio, polmoni vuoti, ma le gambe erano libere e reagì con una spazzata bassa da Capoeira.
    
    Se non fosse stata incastrata tra la vetrata del bar e la gente seduta dall'altra parte, avrebbe completato la roda e gli avrebbe incriccato il bacino col secondo calcio, ma li non si poteva, comunque si era liberata e tentò comunque un calcio frontale, di certo non gli mancava l'elasticità.
    
    Quello però senza scomporsi l'aveva anticipata, alzando a sua volta la gamba destra e fermandola ginocchio su ginocchio. Rimasero per un momento li come trampolieri su una gamba sola, senza che le centinaia di persone attorno a loro, quasi addosso a loro, ci facessero caso. Loro erano solo una di una miriade di scene assurde che stavano succedendo dappertutto nello stesso momento.
    
    Sempre più incazzata tirò una manata troppo di fretta, prima di aver ripreso l'equilibrio, quello ci mise poco a deviare, Ana si trovò con i due polsi sul palmo della sua mano, ...
    ... che li strinse assieme, e intanto con la sinistra la prendeva per le guance appena sopra la mascella, ma con delicatezza, come se volesse vedere meglio il viso.
    
    " Hai ragione a vestirti da donna. L'uomo non lo sai fare. "
    
    Era la prima cosa che avesse detto, e subito dopo la fece voltare di tre quarti e le posò le labbra sul collo, un assaggio neanche fosse roba sua.
    
    E Ana avrebbe dovuto fare qualcosa, urlare, scusarsi , dirgli che non ci provasse e andarsene, ma la zoccola puttana che viveva dentro di lui, lei, come un chiodo piantato a forza nell'anima, si era svegliata e già si stava bagnando.
    
    Fernando considerava risolta la questione e riprese la via del bar senza dire altro, non rimase granchè stupito quando il travazzo lo seguì dentro, si, era decisamente un viado, anche se bellino.
    
    Fecero arrivare due rum scuri e si persero in quei discorsi filosofici che si fanno bevendo, complicati dal fatto che il brusio tutto attorno si portava via una parola su due, comunque riuscirono a farsi sentire dal barista, che gli facesse ancora due Daiquiri.
    
    Non era previsto che la serata finisse a piselli, ma quando mai poteva capitargli ancora di incrociarne uno di quelli belli che non volesse soldi, stasera non sono in vendita diceva.
    
    " Va bene. Tu non sei in vendita e io non sono mai andato a pagamento. Allora cosa facciamo, possiamo salutarci, oppure continuare la festa in privato. "
    
    " Tu hai casa qui vicino ? "
    
    " Si. "
    
    Andata, deciso, uscirono per strada ...
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