1. Amara - II


    Data: 25/05/2023, Categorie: Masturbazione Autore: ALTer, Fonte: EroticiRacconti

    ... Aveva fumato una volta sola prima di allora. Il suo piano aveva preso forma quando aveva visto le sue compagne in secondo superiore accendersi una sigaretta e passarsela a trenino durante l’ora di educazione fisica. Magari se avesse iniziato a fumare non sarebbe stata solo Amara come la vita. Era andata al tabacchino più lontano da casa sua, aveva comprato un pacchetto di Camel e se ne era accesa una. I successivi quindici minuti passati tra le lacrime e la tosse le erano costate circa sei euro volati nel cestino fuori al tabacchino.
    
    Nei prossimi atti si parlerà più a lungo e più a fondo delle numerose e stravaganti idee avute da Amara per migliorare il suo stato sociale tra le compagne ma adesso stiamo parlando di un pomeriggio di giugno al bar.
    
    La sigaretta era lì nella sua mano destra, impugnata come una matita. Il mozzicone era in procinto di cadere nella tazzina del caffè ma Amara se ne accorse giusto in tempo. Ora, l’essere umano è una creatura particolarmente intelligente ma è non propriamente dedito a sfruttare questa intelligenza nel migliore dei modi. Poniamo ad esempio che con la mano stiamo tenendo un oggetto sospeso sopra un altro oggetto, come in questo caso Amara sta tenendo la sigaretta sopra al caffè. Dalla sigaretta sta per staccarsi un mozzicone di cenere che guasterebbe irrimediabilmente il caffè, seppur ormai freddo. Tutti gli esseri umani sono portati in questo frangente a spostare la sigaretta, ma in quale direzione? Seppur consci che lo spazio ...
    ... attorno a noi sia composto da ben tre dimensioni (lunghezza, larghezza e altezza) e consapevoli che la tazzina da caffè è larga non più di due dita, qualsiasi essere umano avrebbe spostato quella sigaretta nella stessa direzione in cui la spostò Amara.
    
    Così, Amara si portò la sigaretta a sé, allontanandola di fatto dalla tazzina da caffè. Il mozzicone ovviamente si staccò ma non cadde nella tazza, cadde bensì verso il pavimento ma fu intercettato dal lungo abito rosa di Amara, che senza opporre alcuna resistenza si bucò come fosse fatto d’aria e il mozzicone andò a posarsi nell’interno coscia di Amara.
    
    Amara sentì prima una punta di freddo glaciale lì dove era caduto il mozzicone e, in meno di un secondo, quel freddo si trasformò in bruciore. Allora accadde qualcosa. Anziché un rantolo di dolore o un gridolino, Amara emise un piccolo soffocato gemito.
    
    Amara non era estranea al dolore ma quella volta, in quel pomeriggio afoso in piazza, Amara provò un lungo, potente brivido che le partì dal clitoride, si espanse passando per le sue labbra, risalì verso l’ano e percorse tutta la schiena come una lama fredda che ne incideva la carne. Appena raggiunse la nuca, sentì la pelle d’oca sulle spalle, i peli del collo che le si rizzavano e il brivido che affondava nel cervello.
    
    In meno di un secondo, Amara era passata dal non sentire affatto caldo ad essere lei stessa un’emanazione del termine calore. Ma si era accorta di aver emesso un verso inconfondibile, un gemito che ...