1. Amara - II


    Data: 25/05/2023, Categorie: Masturbazione Autore: ALTer, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’odore di piscio, vergognarsi per non essere riuscita a controllare il proprio corpo. Ma invece le piaceva. Oh se le piaceva. Adorava quell’odore, adorava sentirsi le mutandine così bagnate. Il rigolo di secrezione che le colava tra le gambe era stato abbastanza per far salire una nuova ondata di lussuria. Ma dovette dare un freno alla sua ebollizione, sia perché le faceva male la vagina, sia perché doveva pulire tutto quel macello.
    
    Dopo due mesi di astinenza, il desiderio sessuale di Amara si era risvegliato in tutta la sua prepotenza. Perso il grande limite infantile, dato dalla verginità, Amara scoprì tutto un nuovo mondo per darsi piacere. Dopo aver usato le dita iniziò anche a usare altri oggetti: una penna, poi un pennarello, poi il tappo di un bagnoschiuma, poi il manico di un ombrello. La sessualità di Amara stava esplodendo con la stessa potenza dei propri orgasmi. E lei non se ne vergognava affatto, anzi era entusiasta di scoprire nuovi metodi per eccitarsi o nascondersi da qualche parte per potersi toccare.
    
    Al quinto superiore, con due anni di ritardo a causa dei continui cambi di istituto, Amara si apprestava all’esame di stato. Aveva superato gli scritti e mancavano meno di ventiquattro ore al proprio appello orale. Quel pomeriggio, dopo aver ripassato per tutta la mattinata e oltre, nessun pensiero riusciva ad insinuarsi nella mente di Amara e perciò decise che le ore 16:00 fossero le più adatte per uscire in piazza e prendersi un caffè.
    
    Nella sua ...
    ... piccola cittadina in riva al mare c’era un’immensità di persone che passeggiavano tranquille godendosi la compagnia e la brezza del mare. Era un bellissimo pomeriggio di giugno. Dove abitava Amara doveva farsi una mezzoretta a piedi per raggiungere la riviera e poi avrebbe dovuto rifarsi ben più di una mezz’ora, in salita, per tornare a casa. In piazza invece c’erano ancora i resti del paese vecchio e la piazza si affacciava su un piccolo rialzo che offriva una visuale mozzafiato.
    
    Ad Amara non interessava lo spettacolo offerto dai colori del primo pomeriggio, era più interessata a godersi un caffè, seduta sulle scomode sedie di metallo del bar della piazza, nel silenzio e nell’afa di quel pomeriggio. Si mise quindi un lungo scamiciato rosa che le arrivava a metà delle cosce. Lo scamiciato era sì leggero ma non vi si poteva guardare attraverso e sebbene la malizia di Amara le stesse suggerendo la folle idea di non mettersi l’intimo, la ragazza la ignorò con un movimento della testa e si mise mutandine e reggiseno bianchi.
    
    Amara sedeva fuori al bar sulla sedia di metallo, davanti a un tavolino di plastica. L’ombrellone di plastica posizionato al centro del tavolino offriva poco aiuto nei confronti del caldo sole estivo, ma Amara, con il suo vestito leggero e i capelli corti stava meravigliosamente. Attorno a lei c’era un gran numero di persone. La piazza era un via vai di gente: chi sedeva a un tavolino gustandosi un aperitivo e chi passeggiava tranquillo e faceva qualche ...