1. Amara - II


    Data: 25/05/2023, Categorie: Masturbazione Autore: ALTer, Fonte: EroticiRacconti

    II
    
    Tantissima gente aveva scelto la carriera ecclesiastica a seguito dei più disparati avvenimenti: una misteriosa apparizione di un santo, se non dello stesso Salvatore, una vocazione divina o, molto più spesso, a seguito di un tragico incidente, la perdita di qualcuno o, ancora più spesso, al culmine di una costatazione introspettiva che aveva come preambolo o come epitaffio “A questo punto mi faccio suora/prete”
    
    Sebbene quindi il triste incidente con la sedia potesse spingere numerose menti ad abbracciare futuri più tranquilli tra le fila ecclesiastiche, l’idea non scalfì minimamente il muro di autocommiserazione eretto in anni di scuola da Amara.
    
    La settimana successiva passò all’insegna del dolore pelvico. Dopo un giorno intero passato al letto, Amara si convinse di poter tornare a camminare, ma i dolori alla sua povera vagina continuarono per altri sei giorni. Sarebbe stato comico se le sue mestruazioni fossero tornate il settimo giorno, ma fortunatamente mancava ancora una settimana buona. A due mesi dall’accaduto, Amara aveva approcciato uno stile di vita più casto. Erano due mesi che Amara non si toccava. Le era capitato di strusciarsi inavvertitamente contro qualche oggetto, mentre leggeva un libro o mentre faceva i compiti la mano le era caduta lì in mezzo, ma in quei due mesi non vi era stata una singola volta in cui Amara si fosse veramente toccata. Quindi si sorprese non poco quando infradiciò sia la cyclette che il pavimento del garage.
    
    Quello fu ...
    ... il suo primo squirt, la sua prima eiaculazione. Si allenava sullo strumento da quando, due mesi prima, aveva deciso di non voler uscire per un bel pezzo. Si era perciò fatta comprare una piccola cyclette che aveva poi piantato nel garage. Lì in mezzo, fra tutti gli oggetti che quell’accumulatore seriale di suo padre aveva stipato nel garage, ora c’erano Amara, la cyclette ed entrambe erano molto bagnate.
    
    La potenza dell’orgasmo era stata così forte che Amara si era dovuta avvinghiare saldamente al manubrio della cyclette per non cadere e, mentre la sua vagina inondava prima le sue mutandine, poi i suoi pantaloni, poi il sellino e infine il pavimento, Amara piangeva. Più tardi avrebbe definito quelle lacrime, lacrime di gioia, ma semplicemente qualche anno dopo sarebbe arrivata alla conclusione che, durante l’orgasmo, il suo cervello implodeva. Cessava ogni attività più complessa dell’ansimare, tutti i muscoli venivano rilasciati e la sua mente veniva svuotata da qualsiasi pensiero estraneo all’orgasmo. In quei momenti esistevano solo lei e il suo orgasmo.
    
    Mentre pian piano il corpo di Amara si riprendeva anche la sua mente tornava lentamente a riacquistare le funzioni supplementari che aveva abbandonato poco prima. Non si stupì poi molto di quel lago, sapeva dello squirt. Ciò che veramente stupì Amara fu la totale mancanza di vergogna per ciò che era successo. Avrebbe dovuto vergognarsi per il pavimento, per i liquidi, specialmente ora che riusciva a distinguere anche ...
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