1. Per la vittoria


    Data: 11/07/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... voce di Valeria che diceva:
    
    ‘Avanti’.
    
    Anche le altre due erano con l’accappatoio indosso, sulle panche giacevano abbandonate le divise verdi con le quali era stata vinta la battaglia. Valeria m’indicò una delle docce dalla quale proveniva uno scroscio insistente, io m’affacciai per controllare e mentre osservavo il getto continuo e regolare mi sentii spingere in avanti sotto il fiotto dell’acqua. La mia tuta s’intrise istantaneamente, mi voltai meravigliato e anche certamente stizzito: io non le conoscevo così sotto quest’aspetto per mettere in atto scherzi di dubbio gusto, tuttavia con una calma olimpica appena velata da un tono sbarazzino nella voce, Gianna alla svelta in modo ironico mi sussurrò:
    
    ‘Oh, guarda, ti sei tutto inzuppato. Poverino, adesso dovrai per forza spogliarti’.
    
    Io rimasi immobile, perché non riuscivo ancora ad afferrare la situazione, giacché fu Caterina a distogliermi dal mio sbigottimento:
    
    ‘Dai, su forza, togliti la tuta che festeggiamo’.
    
    Come a un segnale convenuto, tutte e tre lasciarono cadere gli accappatoi ai loro piedi davanti ai miei occhi si presentò un quadro che non esito a definire ancora tutt’oggi esaltante, inebriante e unico: Gianna s’innalzava florida, donando al vapore dell’angusto locale i suoi seni pronunciati con i piccoli capezzoli a forma di ciliegia, i capelli castani le arrivavano alle spalle robuste, le gambe ben modellate viceversa racchiudevano il tesoro d’un pube ancora da ragazzina. Caterina era più ...
    ... piccola, poiché aveva gli occhi chiari e splendenti, il suo corpo sprizzava vigore e dolcezza al tempo stesso, lei aveva i seni delicati con capezzoli d’un colore rosa tenue, i capelli biondi e ricci come quel bozzetto di peli che le fioriva sotto un ombelico che sembrava disegnato da Giotto. Infine Valeria, la mia fedele capitana, che veniva un po’ presa in giro per la sua limitata e scarsa avvenenza. Io la descrivo con il rispetto dovuto al suo coraggio di compiere un atto, come quello di spogliarsi davanti a me che dev’esserle costato e pesato un’immensa fatica.
    
    Lei era più alta di me e persino magrissima, sulle sue gambe molto lunghe le ginocchia spiccavano sferiche come gli snodi dei manichini nei laboratori di copia dal vero, i seni erano quasi inesistenti, rivelati soltanto dai due capezzoli scuri appuntiti che puntavano dritti in avanti. Aveva capelli neri e corti, le anche non formavano alcun tipo di curva e sul ventre portava un graziosissimo ciuffetto di peli folti, corti e nerissimi. Nuda faceva persino tenerezza, poiché sembrava la più impacciata e la più timida delle tre ragazze. Io contemplavo quell’inedito spettacolo con gli occhi sbalorditi e incantati, sennonché avvicinandosi Gianna fece di nuovo rimbombare la sua voce:
    
    ‘Non ricordi, che cosa ti dissi il giorno in cui vincemmo a Firenze?’. Certo che ora lo ricordavo, perché nell’esaltazione e nel trionfo della vittoria m’aveva riferito:
    
    ‘Mister, se quest’anno vinceremo il campionato, verremo tutte quante a ...