1. Per la vittoria


    Data: 11/07/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Gli echi e i rimbombi delle grida d’esultanza e di gioia si erano da poco dispersi, dal momento che era stata una combattuta, fantastica e splendida partita, sennonché la più esaltante e per di più glorificante che avessi mai vissuto da quando allenavo. Le ragazze erano state agevolmente e semplicemente perfette, perché avevano strappato applausi anche alla ristretta pattuglia dei tifosi avversari, giacché era intervenuta nella debole speranza di vedere ribaltato e sovvertito il pronostico della vigilia. Il nostro muro aveva accortamente ricacciato indietro almeno per tre quarti le continue e insidiose schiacciate delle livornesi, mentre le bordate e le raffiche di Sara, arrivata peraltro solamente la stagione precedente da Trieste, aveva fatto i buchi per terra, Caterina aveva ingegnosamente disposto e distribuito palle calibrate al millimetro e così eravamo riusciti ad aggiudicarci il primo titolo della nostra storia.
    
    Adesso io mi stavo godendo i primi minuti di riposo, dopo aver stretto una moltitudine di mani e dopo il giro di trionfo davanti a quel pubblico in piena e totale acclamazione, giacché seduto sulla panca aspettavo che le ultime ragazze uscissero dallo spogliatoio, per chiudere tutto e recarmi infine al meritato e sacrosanto riposo. Soltanto il custode aveva atteso più di un’ora, poi se n’era andato dicendomi:
    
    ‘Mister, qui si sta facendo tardi. Per piacere chiuda lei, poi domani mi riporterà le chiavi’ – mentre si udiva ancora attutito lo zampillare ...
    ... d’una doccia e qualche risata a distanza.
    
    Se non mi era sfuggito qualcosa, dovevano essere rimaste dentro solamente Gianna, Caterina e Valeria, quelle che io definivo beffardamente e ironicamente ‘le tre moschettiere’. Valeria era il capitano, in quanto aveva già superato i trent’anni d’età, giacché per lei la pallavolo cominciava a essere, come per me del resto, una delle principali ragioni d’una vita vuota e affievolita da altre soddisfazioni. Caterina aveva venticinque anni ed era la mente, il genio della squadra, per il fatto che aveva mani di piuma che carezzavano la palla prima di mandarla in direzioni sempre imprevedibili e inaspettate, dalle parti delle avversarie perlomeno. Gianna invece era la più giovane, tenuto conto che non aveva ancora compiuto vent’anni e le mancava unicamente l’esperienza, perché per il resto era completa. Sapeva abilmente difendere, attaccare e all’occorrenza fare l’ultima alzata per la mano d’una compagna, giacché fu lei infatti ad apparire nel corridoio con ancora l’accappatoio indosso:
    
    ‘Non avete ancora finito? Sbrigatevi, che altrimenti s’arriverà verso casa per notte fonda’ – dissi io spronandole ulteriormente.
    
    Lei mi sembrò un po’ dubbiosa e incerta, tacque per qualche secondo, poi mi disse con un tono indecifrabile, quasi misterioso:
    
    ‘Mister, qui c’&egrave un problema serio. Avvicinati, presto, vieni a vedere’.
    
    Io bussai prima d’entrare per non rischiare di sorprendere qualcuna ancora nuda sotto la doccia, mentre sentii la ...
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