1. Calda vacanza in Norvegia


    Data: 24/03/2023, Categorie: Lesbo Autore: Anna68, Fonte: EroticiRacconti

    ... tanto che mi alzai ponendomi dietro di lei e mimai una scopata alla pecorina, muovendomi e spingendo con la mia figa contro il suo culo. Questo la fece godere ancora di più: se avessi avuto un dildo, gliel'avrei schiaffato dentro, l'avrei penetrata come avrebbe fatto un maschio. Alla fine anche lei ebbe un orgasmo fortissimo, gridò e si abbandonò sul letto, respirando affannosamente. Restammo così, abbracciate, a letto e finimmo per addormentarci.
    
    Al mattino, a sorpresa, Solvi entrò nella stanza.
    
    -Buongiorrrrrno – disse, col suo pessimo accento, arrotando la R.
    
    E lì mi resi conto della situazione. Pensai: oddio, ci ha trovato a letto nude, e ora cosa dirà? Non disse nulla, sorrideva, avvolta nella sua vestaglia da camera rossa. Frida sbadigliò, bisbigliò qualcosa in norvegese che io non capii, raccattò le sue cose e uscì dalla stanza. Solvi rimase li a guardarmi, lo sguardo vivo, sembrava contenta. Ad un certo punto, si tolse la vestaglia rimanendo completamente nuda e si infilò nel mio letto ancora caldo del corpo della figlia. Non disse una parola, ma mi ficcò la lingua in bocca come aveva fatto la figlia, forse con ancora più dolcezza e passione. E io mi sciolsi, avevo ancora voglia, la situazione era tanto bizzarra quanto eccitante. Feci l'amore con lei come avevo fatto con la figlia. Solvi aveva due tette enormi, che forse avevano perso un po' di tonicità ma ai miei occhi, in quel momento, erano come due grossi, irresistibili frutti maturi. Me le offrii ...
    ... proprio come aveva fatto Frida, gliele baciai e succhiai con rinnovata passione, mentre lei mi masturbava con le mani. Si posò sopra di me, la sua fica a contatto della mia e iniziò a muoversi. Si strofinava contro di me, muovendosi forte e contorcendosi come un'ossessa e ripetendo “ja, ja” e “bello”, in italiano, oltre a qualche parola in norvegese che non capivo ma che dovevano essere parole di apprezzamento per il godimento che le stavo dando. E io non ero da meno: il contatto tra i nostri sessi dava un gran piacere anche a me, stavamo scopando e io godevo tanto. Le afferrai i seni, glieli strizzai, pizzicai i suoi capezzoli; lei era in preda al delirio, si tirava indietro i capelli, sembrava una regina vichinga, un'amazzone che mi cavalcava. Ogni tanto si chinava e mi baciava sulla bocca con ardore, poi riprendeva a cavalcarmi con ancora più foga. Il suo urlo quando venne lacerò l'aria e non ci volle molto perché venissi anche io. Ma non era abbastanza: si sdraiò sopra di me, e mi riempì di baci.
    
    -Bella, disse quando arrivò alle tette. Me le succhiò avidamente dandomi una eccitazione irresistibile. Non paga, iniziò a leccarmi la fica e capii subito che aveva le labbra di velluto come Frida. Forse anche meglio, modulava i colpi di lingua con abilità consumata. Seguiva il ritmo dei miei gemiti, io non me ne rendevo conto, ero persa in un altro mondo, alla mercé della lingua di Solvi. So soltanto che venivo pervasa da scariche elettriche di piacere sino a quando esplosi ...