1. Gavino 8 - a francoforte


    Data: 06/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: jacdap, Fonte: Annunci69

    (segue da Gavino 7 - vendetta trasversale)
    
    Era un anno e mezzo che ero laureato, disoccupato e quasi deriso da segretarie, imprenditorucoli e portaborse vari coi loro "le faremo sapere" durante tutti i miei vagabondaggi elemosinanti in cerca d'occupazione.
    
    In uno di questi, a Milano, entrai quasi per caso al consolato tedesco dove, con estrema semplicità, mi fecero compilare dei moduli e dissero che mi avrebbero contattato. Ebbi l'impressione che non fosse il solito "lefaremosapere" degli italiani e, in effetti, ora ero in Deutschland dove già avevo fatto non moltissimi ma importanti colloqui in grandissime società e, per la prima volta nella mia vita mi trovavo a coltivare positivamente la speranza. Per di più Francoforte mi piaceva moltissimo. Mii trovavo finalmente bene, anche con me stesso. L'odio per mio padre era via via scemato, derubricabile a forte risentimento e solo la testa dura dei sardi operava per allargare vieppiù il solco che ci divideva. Ormai erano più di due anni che non ci parlavamo, neppure un whatsapp per Natale. Eppure ogni tanto nei miei sogni Gae era presente e facevamo l'amore, poi qualche volta uno dei due moriva e mi svegliavo sudato e allora maledicevo mio padre, me stesso e tutto quello che era capitato. Subito subentrava il rancore, ma era una rabbia velata di malinconia. Rimpianti? Uff, forse... Rimorsi? No, quelli no... Malinconia? Ah bè, era normale tutto sommato.
    
    Alessio era un "romano de Roma" lì da diversi anni e ben integrato. ...
    ... Lo conoscevo per averci chattato dall'Italia anni prima e mi ci ero rivolto quando ormai ero sul punto di espatriare. Lui aveva offerto tutto il suo appoggio logistico e morale disinteressatamente.
    
    Io sarei stato disposto anche a sdebitarmi sessualmente se non altro per riconoscenza, ma, dopo averlo visto di persona e conosciuto, non solo ero disposto ma intenzionato a sdebitarmi sessualmente.
    
    Aveva otto anni più di me, un passato remoto da etero con moglie e un divorzio, un passato prossimo da bisex e un presente di convivenza con, non uno, ma ben due maschi. A Francoforte lavorava nel piazzale dell'aeroporto. Diceva scherzando che contribuiva a far perdere i bagagli, in realtà era benvoluto e stimato, aveva un minialloggio dentro al flughafen, ma conviveva in centro con una coppia di piloti uniti civilmente, uno versatile e uno passivo. A suo dire il suo ruolo era esclusivamente attivo. Io gli avevo fatto capire in tutti i modi che ci sarei stato volentieri, ma Alessio mi aveva detto che la nostra amicizia era bella così com'era senza introdurre varianti. Io però non demordevo: se non potevo entrare dalla porta, sarei entrato dalla finestra.
    
    Mi portò in un ristorante della mafia corsa e mi presentò a uno dei proprietari; questi disse in tedesco che immaginava che anch'io fossi laureato dato che tutta l'Assia e il Baden-Wurttenberg erano pieni di architetti e ingegneri italiani che facevano i pizzaioli e i lavapiatti nelle pizzerie e nei ristoranti. Anticipai Alessio ...
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