1. L'avvocatessa - cap 2


    Data: 14/03/2023, Categorie: Feticismo Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti

    ... città.
    
    “Facciamo le nove e mezza visto che non abiti in centro.”
    
    Mentre uscivo dal suo studio mi parve di camminare senza toccare il pavimento, tanta era la mia gioia per essere quasi riuscita ad entrare come praticante. Ora però arrivava la parte più difficile in quanto dovevo esser in grado di soddisfare le sue attese, pur non essendo in alcun modo una feticista dei piedi. Come mi aveva consigliato Flora avevo visto molti video sull’argomento, ma come si sa un discorso è la teoria un altro la pratica.
    
    Per l’incontro a casa sua decisi di cambiare radicalmente look, via il sobrio vestito per un miniabito viola con alcuni inserti neri, che richiamavamo il colore dei sandali e della pochette.
    
    Arrivai con qualche minuto di ritardo dovuto ad un piccolo incidente, ma in fondo non era certo mia intenzione arrivare puntualissima, anzi un minimo d’attesa avrebbe certamente giovato ai miei intenti.
    
    La piccola villa dove abitava l’avvocato era a due piani, e non appena arrivata lui mi fece accomodare a quello superiore.
    
    “Di sotto abita mia sorella.” mi disse quasi voleva scusarsi per avermi fatto salire le scale.
    
    “Pensa che credevo che fossi figlio unico, sarà forse perché della tua famiglia non si sente mai nulla.”
    
    “In effetti mia sorella Teresa conduce una vita molto ritirata, sai è una pittrice di un certo livello, ma non ama il contato con chi non conosce, o forse dovrei dire proprio col genere umano.”
    
    La sua battuta servì a stemperare l’ambiente, ed ...
    ... infatti dopo fu un seguirsi di frasi sciocche che però ci fecero ridere parecchio, Risate che cessarono quando lui versandomi dello spumante, ne fece cadere qualche goccia sulla mia coscia.
    
    Lui prima si scusò per l’incidente, ma poi non perse un attimo e s’inginocchiò davanti a me, e dopo avermi afferrato dolcemente la gamba, iniziò a leccare lo spumante.
    
    Lo lasciai fare più che altro incuriosita da quello che per me era un comportamento un po’ folle, sino a quando non decisi di prendere in mano il comando del gioco.
    
    “Non pensi d’aver iniziato troppo in alto ?” gli chiesi con tono severo poggiando il mio piede destro sulla sua coscia.
    
    “Scusami hai ragione.” mi rispose prendendo il mio piede per portarselo alla bocca.
    
    Non so dire per quanto tempo leccò la mia estremità, riuscendo a far passare la lingua non solo fra le dita, ma anche fra le sottili striscioline di pelle del sandalo. Quello che è certo è che dopo qualche minuto, iniziai a provare un sottile senso di benessere, che crebbe sempre più col passare del tempo.
    
    “Non credi che dovremmo stare più comodi ?” gli dissi anche perché stanca di rimanere in piedi.
    
    “C’è la camera da letto...”
    
    “Allora andiamo, fammi strada.”
    
    La camera dell’avvocato Liveni era grande quasi come metà dell’appartamento in cui vivevo con i miei genitori. Su un lato era sistemati un paio di grandi armadi, su un altro spiccava un mega-schermo, mentre su quello in cui c’era la porta facevano bella mostra un piccolo divano di ...