1. L'avvocatessa - cap 2


    Data: 14/03/2023, Categorie: Feticismo Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti

    Non fu facile neanche per Flora avere un appuntamento con l'avvocato Liveni, ma dopo una settimana dal nostro incontro, stavo per entrare nel suo ufficio, carica di speranze perché certa di avere delle ottime carte da giocare.
    
    Come mi aveva consigliato Flora il mio abbigliamento era impeccabile, con l’unica eccezione delle mie decolté che avevano un tacco forse non del tutto appropriato, ma che potevano apparire come un vezzo femminile di una ragazza non certo alta.
    
    Dopo le presentazioni mi accomodai sulla poltroncina davanti alla sua scrivania, facendo ben attenzione che potesse guardarmi i piedi, che iniziai a muovere facendo delle piccole rotazioni.
    
    A dispetto della sua fama di ‘grande’, Manlio Liveni era un uomo sui cinquanta molto ‘medio’, leggermente soprappeso, con un inizio di stempiatura. Il suo vestito gli calzava però perfettamente, ma del resto in lui non c’era nessun particolare, per quanto piccolo, fuori luogo.
    
    Fui colpita dalla pulizia della sua scrivania, dove non vi erano che pochi fascicoli ben sistemati, ed il grande monitor di un pc che però non riuscivo a vedere.
    
    Notai subito che al di là delle frasi di circostanza, l’attenzione dell’avvocato era tutta per le mie estremità, così decisi di tagliare via ogni convenevole ed andare dritta al sodo.
    
    “Avvocato perché non la finisce di guardare e fa ciò che vuole.” gli dissi con una voce a dir poco maliziosa.
    
    “Cioè...” mi rispose quasi balbettando.
    
    “Non vede come i miei piedini hanno ...
    ... bisogno d’affetto...”
    
    “Non capisco cosa vuol dire.”
    
    “Strano perché speravo che avresti compreso e subito !” lo rimproverai con tono severo “Quindi ora o t’inginocchi davanti a me o esco subito.”
    
    Davanti al mio sguardo incredulo, l'uomo che consideravo un esempio da seguire, s'accucciò ai miei piedi per prenderne uno in mano.
    
    “La prego non se ne vada, non m'aspettavo tanta grazia.” disse accarezzandomi la caviglia.
    
    “Ti perdono, però adesso hai cinque minuti di parco giochi, ma guai a te se sali sopra le ginocchia. Se poi vorrai andare avanti ci vedremo da te stasera.”
    
    Non so spiegare neanche io come potevo avere un tono di voce così duro, soprattutto senza alcun riguardo verso quello che doveva diventare il mio datore di lavoro. Non capivo neppure come mi potesse divertire vedere un uomo baciarmi i piedi, o strusciare il viso contro la pelle delle scarpe.
    
    Guardai l’orologio posto sopra la sua poltrona, per esser sicura di non concedergli neanche un secondo in più di quanto promesso, e trascorsi i cinque minuti gli spostai la testa per potermi alzare.
    
    “Il tempo è finito.” dissi con un tono che trasudava disgusto “Se vuoi possiamo continuare più tardi a casa tua così nessuno potrà interromperci, ed è inutile che ti dica quali sono le mie condizioni.”
    
    “Sì sì.” mi rispose quasi in estasi “Questo è l’indirizzo di casa, per lei va bene alle nove ?”
    
    Presi il biglietto per leggere dove abitava l’avvocato, scoprendo così aveva una villa sulle alture della ...
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