1. Come neve dal cielo sereno (di senzaidentità e Cassandra)


    Data: 04/07/2018, Categorie: Etero Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    ... serviti pure!”
    
    La sua eccitazione è alle stelle e riluce nelle colline rosa dei suoi glutei che si delineano sul vetro tra le ginocchia sollevate.
    
    Le bottiglie fremono tutte in coro intonando il trillo del campanello.
    
    Ma lei non apre, non vuole alzarsi adesso, non adesso che sta per irradiarsi nel salone la sua fragranza di donna in risposta ad una presenza trasparente ma percepita così nettamente che vorrebbe abbracciarlo, baciarlo e invece abbraccia e bacia il cazzo. Può sembrare strano ma ha aspettato tanto tempo ad averlo che ora non ci sarà mica fretta di tenerlo dentro di sé, succhia con una debolezza tormentosa.
    
    Un tormento esatto, lo stressa è un’emozione così forte da mandarla in estasi.
    
    Le bottiglie di nuovo in coro.
    
    -Quel coglione si è scordato un’altra volta le chiavi-
    
    I suoi occhi sono aperti e le sue stesse mani seriche sfiorano la propria pelle tra gemiti che raccontano un piacere atteso, troppo lungamente atteso…
    
    Un trillo acuto e nervoso.
    
    “Arrivo!”
    
    Ripetuto.
    
    Solleva il naso dall’incavo morbido della spalla e sbuffa un’aria satura di rabbia.
    
    “Arrivo ho detto! Ero di sopra a stirare! E checcazzo…Possibile che non mi debba mai portare un briciolo di… Di pazienza… Nemmeno in un momento come questo… Stavo stirando porca…”
    
    Correndo da un lato all’altro del salone recupera solo un pezzo della tuta. E l’altro?
    
    -Via mi metto sto scialle.-
    
    Il suo passo incede nel corridoio dell’ingresso accompagnato dal grugnito accorciato ...
    ... del respiro affannoso, spalanca la porta con un calcio e si rivolta per tornare in sala, torcendo allo spasimo la stoffa che s’è buttata sulla schiena.
    
    Ora è freddo, fuori dalla nebbia voluttuosa di poco prima, ruota la manovella del termostato per aumentare di cinque gradi la temperatura e schizza via. Non le va manco di guardarlo in faccia, oltre a non fare nulla riesce a rovinare pure quello che fa lei…
    
    “Domani mattina appenditela al collo quella chiave, stronzo! Raccogli le mie mutande p-e-r p-i-a-c-e-r-e? Mi sono scivolate dal cesto prima svuotando la lavatrice, tanto io sto sempre a raccattar le tue. Ma che ti ha mangiato la lingua il gatto?”
    
    Un momento.
    
    Porca p… Sudore freddo, capelli incollati alla nuca e goccioline tremule di sudore impermalito sulle ciglia.
    
    “Le mie?”
    
    Effettivamente quello alle sue spalle chino ad alzare i suoi slip riflesso nello specchio non è lui. Vero, lui in genere da al campanello due suoni brevi e limpidi da padrone.
    
    -Niente panico, dico che mi sono sbagliata, rido… Ma che ridere questa è da pianto… Facciamo che… Calma i nervi… Come neve dal cielo sereno…-
    
    Ma quello ha già un dito a seguire le righe da lei scritte pochi minuti fa.
    
    “Le mutande facciamole raccogliere a lui… Omosessuale represso…”
    
    “Non era rivolto a lei.”
    
    “Lo so, io non ho mai avuto l’onore di sorbirmi la sua minestra al pattume.”
    
    Ma che roba è? Anche se ha fatto una sceneggiata indimenticabile questo cafone dovrebbe darle il pacco e defilarsi, ...
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