1. Come neve dal cielo sereno (di senzaidentità e Cassandra)


    Data: 04/07/2018, Categorie: Etero Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    “Come neve dal cielo sereno- canticchia trottando tra bottiglie vuote, piene di rose o soltanto di sole- mi sta appiccicato come il demonio…”
    
    -Non mi esce più dalla testa.- Pensa.
    
    Ha appena finito di riordinare, quando in bocca non ha la cantilena di cui sopra, passando le mani rosee intenerite dall’acqua a levare il sapone dalle stoviglie, la filastrocca ripetuta è quest’altra:
    
    “Sono insoddisfatta e sciatta, provo a vendere mio marito su e-bay ogni lunedì ma un guaio del genere se lo piglia il diavolo… Scopa come se bevesse un bicchier d’acqua fresca, altro che appiccicato come il demonio… Mai uno schizzo di fantasia, si mette sopra o sotto come capita e via botte di anche. Le conto pure. Non hanno mai superato il numero di venti. Alla faccia dei cento colpi di spazzola prima di andare a dormire… Io me li sogno. Finito il guizzo di vita si gira a lato e russa. Talmente forte che son convinta che nel palazzo l’abbiano sentito tutti.
    
    È pure taccagno.
    
    Avevo preso confidenza con un centro di massaggi cinese che la clientela femminile solitamente la rigetta ma nel mio caso… Ho pregato, implorato, mostrato che la mia esistenza è un continuo alzarmi presto, sgobbare e senza scopare e la cinese mi osservava con le dita incrociate e annuiva sotto una frangetta laccata che le oscurava le sopracciglia… Vediamo cosa possiamo fare… No vabbè la frase di circostanza non la disse però le ho affidato il mio portafogli e ho detto:
    
    -prenda quello che comanda lei-
    
    Così ...
    ... nelle fessure dei suoi occhi si sono accese due cerchietti di scintilline gialle….
    
    Ma ormai è sparito, tutto sparito. Ci resta solo il macellaio di fiducia ma non oso e poi…Mancanza di capitali.
    
    Se sapesse però quello che faccio col salame nel frigo, non ci metterebbe più manco il naso quando torna perché a lui, lo so, fa ribrezzo leccare la figa ma anche avvicinarsi alla bocca ogni cosa che sia venuta a contatto con quella cosa… Lo ho visto come butta vicino alla lavatrice, svelto come la luce, la federa del cuscino quando ci sente l’odore di figa. “
    
    I piatti sono a posto- grazie al cielo- perché a chiavare non chiava ma per mangiare mangia eccome.
    
    Sul tavolo c’è un’altra bottiglia di latte fresco, meglio spostarla o prenderà odore di sole anche quella.
    
    -Ma non la butto, è di vetro. Più tardi colgo fiori e ce li metto… Come neve dal cielo sereno…. Lei è tutta di fuoco…- Prosegue il canto silenzioso.
    
    Ha ingurgitato i due bigné previo taglio col coltello e minuziosa leccata del loro ventre cremoso, adesso trascina la sua litania con la spalla che spunta dal tutone color cinnamono, facendo cadere la cenere di sigaretta con un tocco leggero dell’unghia.
    
    Sotto il tavolo strusciano uno contro l’altro i polpacci scaldati da spesse calze lunghe a righe.
    
    -Ora me ne torno a letto, ho terminato. Anzi no, qui sto meglio.-
    
    Si vede negli occhi della specchiera incollata alla parete dell’ingresso, la luce le rifrange sulla bocca, accesa così tanto che può apparire ...
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