1. Addis Abeba, 1938 (2)


    Data: 01/07/2018, Categorie: Etero Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    ... chiederle il permesso, e lei con un impercettibile movimento del capo glielo diede.
    
    Allora lui prese il pene con le dita di una mano e lo indirizzò in modo da metterlo al centro di quelle labbra fradice e pronte.
    
    Lo strusciò avanti e indietro tra quei lembi di carne umida facendola sospirare di desiderio e quando la cappella trovò la strada, vi entrò scivolandovi dentro come un serpente che si infila nella tana, la prese con un colpo lento ma deciso, penetrando dentro di lei per buona parte della lunghezza del suo bastone di carne.
    
    La donna si inarcò, curvando la schiena come un animale colpito a morte da una lancia, gemendo forte per l’intenso piacere e serrandogli le gambe attorno al bacino come fossero le spire di un pitone che non voleva lasciare la preda.
    
    Stefano cominciò ad andare avanti e indietro serrando i glutei ogni volta che arrivava alla fine della spinta e lei con le dita glieli artigliava ficcandogli le unghie nella carne, come fossero gli artigli di una fiera. Rantolando, anzi, ruggendo rocamente nelle sue orecchie facendolo eccitare ancora di più.
    
    Poi man mano che il ritmo aumentava i ruggiti divennero gemiti e squittii, ora la fiera era diventata una preda, una esile ...
    ... antilope che perde la vita sotto i morsi di un leone.
    
    In queste condizioni Stefano non resistette a lungo, era troppo eccitato per farlo e arrivò velocemente al culmine del piacere.
    
    Avrebbe voluto prolungare ancora un poco l’amplesso ma non riuscì a trattenersi oltre e scaricò nel ventre della donna una lunga serie di schizzi caldi.
    
    Lei li accolse come fossero offerte votive, pronunciando incomprensibili parole nelle sue orecchie e serrando ancora di più le cosce con cui lo imprigionava e le dita con cui gli artigliava le natiche.
    
    Poi giacquero entrambi inermi, come morti uno sul corpo dell’altra.
    
    Non voleva muoversi, non voleva andarsene, non poteva sopportare che un altro uomo entrasse dopo di lui e la possedesse.
    
    Piano piano un’idea prese forma nella sua mente, l’avrebbe riscattata da Madame, l’avrebbe sistemata in una stanza da qualche parte in città, si era informato tra i commilitoni che erano in Africa da più tempo, altri facevano la stessa cosa con le loro donne di colore.
    
    Sarebbe stata solo sua.
    
    L’avrebbe sposata, l’avrebbe portata in Italia, avrebbe lottato contro l’orrore della sua famiglia e contro la morale dei suoi concittadini.
    
    Ma le cose andarono in modo assai diverso... 
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