1. Addis Abeba, 1938 (2)


    Data: 01/07/2018, Categorie: Etero Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    ... finisse i suoi comodi.
    
    Stare fuori dalla porta fu un vero supplizio, attraverso lo stipite si sentiva chiaramente il cigolio del letto e il rumore della testiera in ferro che sbatteva ritmicamente contro la parete, l’ansimare dell’uomo e i gemiti, a dire il vero assai artificiosi, della ragazza.
    
    Fu un vero strazio per Stefano restare fuori e sentirli, sembravano due animali durante l’accoppiamento.
    
    Per fortuna il supplizio durò assai poco, alcuni colpi più intensi e delle urla roche gli fecero capire che il tipo che lo aveva preceduto stava venendo.
    
    Finalmente nella stanza calò il silenzio, passarono ancora pochi minuti poi la chiave girò nella serratura e la porta si aprì.
    
    Un soldato tozzo, il viso ancora paonazzo, i pochi capelli unti di brillantina si affacciò, e vista la faccia scura del giovane ufficiale si affrettò a scendere per le scale, senza nemmeno curarsi di richiudere la porta, tanto sembrava proprio ci fosse un altro cliente pronto a prendere il suo posto tra le cosce della bella negretta.
    
    Stefano si fece coraggio e varcò la soglia trovandosi nuovamente nella piccola stanza spoglia.
    
    La ragazza era accovacciata su un catino metallico di ferro smaltato e stava cercando di lavare via ogni traccia dello squallido rapporto appena concluso.
    
    Nell’aria si sentiva l’odore acre del sesso, del sudore del militare e ancora più forte quello del disinfettante che Madame comprava all’ingrosso e che le sue ragazze dovevano usare tra un rapporto e ...
    ... l’altro.
    
    Le lamelle di legno delle gelosie lasciavano passare a tratti la luce violenta del pomeriggio africano, disegnando sul suo corpo striature dorate che la facevano assomigliare a una fiera dalla pelliccia zebrata, dal colore nero e oro.
    
    Si voltò lentamente guardandolo di traverso, quando lo riconobbe sembrò che un lieve sorriso solcasse le sue labbra e addolcisse un poco il suo sguardo, o almeno questo era quello che voleva credere lui, ma gli occhi, per quanto fieri, rimasero comunque tristi.
    
    Si sollevò lentamente e nuda com’era si andò a sedere sul piccolo letto, camminando con la sua andatura ancheggiante.
    
    Mentre raggiungeva il letto, il sedere, che l’altra volta era rimasto nascosto, ondeggiava lentamente, in modo quasi ipnotico, tanto che non era possibile distogliere lo sguardo da quegli enormi glutei così perfettamente rotondi e sporgenti.
    
    Si appoggiò con un ginocchio sul letto sfatto e ruotando la testa all’indietro lo guardò nuovamente da sopra la spalla.
    
    Sembrava lo sguardo di una gazzella che, rassegnata guarda il suo predatore.
    
    Poi si sdraiò a pancia in giù, con le braccia incrociate sotto il viso, continuando a guardarlo senza dire una sola parola.
    
    Ma i piccoli piedi sfregavano uno contro l’altro, come se parlassero per lei, come se lo stessero invitando ad avvicinarsi.
    
    Il tenente si ricordò di non aver chiuso la porta alle sue spalle e lo fece prontamente,
    
    poi si avvicinò al letto e gli si inginocchiò a lato, rimanendo a contemplare ...