1. Allergico alla bellezza


    Data: 30/06/2018, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... ventre dell'uomo, in posizione che avrebbe potuto essere anche pericolosa. Sempre con voce dai toni decisi aveva ordinato: “Non sul letto, ai miei piedi devi inginocchiarti. Giù, svelto, o spingo il tacco”.
    
    Giovanni aveva assecondato la perentoria richiesta ed Elena gli aveva portato alla bocca la punta dello stivale. L'odore della pelle aveva invaso le narici dell'uomo. Elena non aveva chiesto ma aveva imposto con i movimenti il suo stivale alla bocca di Giovanni che aveva cominciato a leccare la pelle nera dall'odore aromatico. Aveva sostenuto con le sue mani la gamba, tenendola dall'altezza del polpaccio e alzato le palpebre appena Elena gli aveva ordinato: “Guardarmi”.
    
    Gli occhi di Elena lo avevano intimidito e le palpebre si erano riabbassate così la visione era andata tra le cosce di Elena dove una mano della donna si dilettava a giocherellare.
    
    “Che stupido che sei” aveva detto Elena “ Lecchi gli stivali quando quassù c'è una pietanza ben più appetitosa” e le sue dita inanellate avevano spostato lo striminzito pezzettino di pelle nera facendo vedere parzialmente la figa ben depilata e avanzando con le dita anche fra le labbra parzialmente scoperte.
    
    Giovanni, strisciando sulle ginocchia era avanzato verso quell'appetitosa visione, ponendosi la gamba che stava coccolando su una spalla, mentre Elena gli poneva sull'altra spalla quell'altra gamba. Avrebbe potuto già ...
    ... portare la lingua la dove lavoravano le dita di Elena ma costei ponendo la mano libera sulla spalla dell'uomo lo aveva bloccati dicendogli: “prima devi liberarla da tutti i lacci, dai scioglili, trova i nodi, slegali”
    
    Che lavoro complicato era stato, ma era stato anche di un eccitante indicibile i movimenti di bacino che Elena aveva dovuto fare per far scorrere i vari lacci snodati da Giovanni che li aveva districati, tirati, fatti scorrere dentro gli occhielli metallici. Finalmente Giovanni era giunto a poter rimuovere quel piccolo triangolino di pelle. Elena aveva allargato di più le gambe e, afferrandolo per le spalle, aveva tirato energicamente il capo di Giovanni sulla sua figa già umida, sollecitando l'uomo a leccargliela. Era lei che tenendo la testa dell'uomo per i capelli condizionava e dirigeva i movimenti, incitandolo non più con voce autoritaria ma passionale: “dai, dai, così, così, sì così..” e sbatacchiava la testa dell'uomo tra le sue cosce.
    
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    Agitando il capo energicamente Giovanni aveva finito con sbatterla conto la testata del letto e si era svegliato di colpo. Era stato tutto un sogno, fatto quando si era messo a letto dopo essere scappato, tutto sudato, dall'ufficio perché la bellezza di Elena l'aveva fatto star male.
    
    Più che badare al dolore per la botta data con la testa Giovanni dovette correre a cambiarsi: nel sogno si era bagnato eiaculando.. 
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